Un commando armato ha attaccato mercoledì 24 gennaio la sede della organizzazione non governativa Save The Children a Jalalabad City, capoluogo della provincia orientale afghana di Nangarhar, causando un bilancio provvisorio di almeno tre morti e 24 feriti.
AGGIORNAMENTO ORE 15:52 – Si aggrava il bilancio dell’attentato, effettuato da un gruppo di kamikaze: sarebbero almeno 3 le vittime, mentre 24 sono i feriti.
Secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa, un kamikaze si è fatto esplodere all’ingresso dell’edificio che ospita Save The Children, permettendo a un commando di uomini armati di penetrare all’interno. Tre dei cinque membri del commando sono stati uccisi. Altri due miliziani si sono trincerati nel terzo piano dell’edificio dove è bloccato un numero imprecisato di dipendenti dell’organizzazione.
La tv Tolo ha precisato che l’attacco è avvenuto intorno alle 9 locali (le 5:30 del mattino ora italiana) e, citando il portavoce del governo provinciale Attaullah Khoghyani, ha aggiunto che è in corso uno scontro a fuoco fra i militanti e le forze di sicurezza. Testimoni oculari hanno riferito di scene di panico nella zona e della fuga degli alunni di una scuola privata che si trova vicino alla sede di Save The Children. Fondata 98 anni fa e basata a Londra, Save The Children è una ong internazionale che promuove i diritti dei bambini portando aiuto ad essi nelle zone più povere dei Paesi in via di sviluppo.
I talebani afghani hanno sostenuto di non avere alcuna responsabilità nell’attacco armato. Al riguardo il portavoce Zabihullah Mujahid ha indicato via Twitter: “Attacco odierno nella città di Jalalabad: nulla a che vedere con i mujaheddin dell’Emirato islamico”. Questa smentita, che esclude quindi anche la Rete Haqqani collegata con i talebani, lascia pensare ad una azione dell’Isis.
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