Un uomo di 54 anni, agente della polizia penitenziaria di Cassino (Frosinone), accusato di aver violentato per mesi la figlia di 14 anni, è stato trovato impiccato la mattina del 22 gennaio in una vecchia ex chiesa. Secondo una prima ricostruzione dei fatti l’uomo si sarebbe ucciso.
Il Gip del Tribunale di Cassino aveva allontanato il 54enne dalla casa familiare dopo la sconvolgente rivelazione della figlia. La ragazzina aveva svelato in un tema a scuola gli abusi subiti, scrivendo delle violenze perpetrate dal padre nei suoi confronti in un compito in classe che la professoressa di Italiano aveva assegnato con questo titolo: “Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle”.
In un confronto con gli agenti di polizia, la 14enne avrebbe confermato quanto scritto. Parole che hanno consentito agli investigatori di attenzionare e redigere un’informativa per il Gip che ha poi disposto l’allontanamento del padre dalla casa familiare. In attesa dell’incidente probatorio, previsto fra pochi giorni, a febbraio, l’uomo si trovava in un paesino vicino Cassino ed era controllato a distanza dalle forze dell’ordine tramite il braccialetto elettronico. La madre della 14enne, convocata dalla dirigente scolastica avvertita dalla docente di italiano, aveva sporto denuncia nei confronti dell’uomo.
Alla polizia la donna aveva anche riferito di essere venuta a conoscenza degli abusi sessuali subiti dalla figlia solo dopo aver letto il tema d’italiano, dove la ragazza racconta che le violenze avvenivano “ogni volta che rimanevamo io e lui soli”. “Non restare sola con papà“, aveva detto di averle raccomandato, secondo quanto si legge nell’ordinanza del Gip. La donna aveva anche raccontato di un episodio simile accaduto alla sua prima figlia, ora 28enne, precisando “che in quell’occasione il marito le aveva promesso che non si sarebbero più verificati fatti analoghi”.
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