Continuano le indagini sulla misteriosa morte di Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina il cui cadavere è stato rinvenuto ai pendii del Monte Grappa la mattina della vigilia di Natale. La vittima aveva un appuntamento con due uomini?
La relazione amorosa tra Sofiya Melnyk e Daniel Pascal Albanese era nata nel 2003, quando l’ex impiegato di Velo di Altivole incontrò l’ucraina. Un colpo di fulmine ed un amore vero, questo almeno fino a quando Sofiya non ha iniziato a frequentare altri uomini. Da nove anni la 43enne aveva una relazione con un geologo più grande di lei, mentre da settembre aveva iniziato a frequentarsi con un medico, per il quale aveva perso la testa. La donna, infatti, aveva deciso di voler vivere la storia d’amore con il medico a pieno, abbandonando le precedenti relazioni. Nessuno però si sarebbe immaginato il tragico epilogo. Scomparsa nel nulla il 15 novembre del 2017, il corpo di Sofiya è stato trovato privo di vita il giorno della vigilia di Natale. I misteri sono ancora molti e gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli ultimi momenti di vita della donna.
Pascal, poco prima di suicidarsi, aveva dichiarato alle forze dell’ordine che il giorno della scomparsa Sofiya gli aveva accennato che si sarebbe vista con due uomini per discutere un investimento finanziario, senza però specificare l’identità di queste due persone, né il luogo dell’incontro. L’avvocato Antonio Petroncini, legale della famiglia di Pascal, come riporta La Tribuna di Treviso, ha fatto sapere che all’interno dell’auto della donna sono state rinvenute cospicue tracce sangue e saliva appartenenti a Sofiya. Chi ha ucciso Sofiya Melnyk, massacrandola di botte per poi gettarla nella scarpata ancora viva? Un dettaglio agghiacciante che lascia solo immaginare cosa ha subito la povera donna prima di essere abbandonata nel dirupo del Monte Grappa.
Non è ancora stato risolto il giallo delle chiavi della vettura: un paio è stato trovato nella casa in cui vivevano Pascal e Sofiya, ma la sorella dell’uomo sostiene che possano essere il doppione delle originali, in quanto la borsetta e il cellulare della vittima non sono mai stati ritrovati. Al momento, però, i dubbi si concentrano su Pascal che era a conoscenza delle relazioni extraconiugali della compagna e del fatto che la casa, nella quale viveva a Cornuda, era stata regalata dal geologo a Sofiya. Forse l’uomo non aveva ben accettato la volontà della donna di chiudere la relazione per vivere con il medico, conosciuto da pochi mesi. A far riflettere, però, sono i risultati dell’autopsia sul corpo di Pascal: l’uomo, al momento del decesso, non riportava graffi o segni di lotta che facciano pensare ad una lite finita male con la compagna. Solitamente, in questo genere di eventi, la vittima cerca di difendersi dall’aggressore trasferendo così, sotto le proprie unghie, dei frammenti di pelle o lasciando segni evidenti sul corpo dell’assalitore.
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