“Ho davvero paura dello scoppio di una guerra nucleare, siamo al limite. Basta un incidente e la situazione rischia di precipitare”. Lo ha detto Papa Francesco durante il volo verso il Cile, lunedì 15 gennaio. Ai giornalisti ha distribuito la fotografia sconvolgente di un bambino superstite dell’esplosione atomica di Nagasaki (1945) con il fratellino morto sulle spalle, per indicare “il frutto della guerra”.
Il pontefice ha fatto distribuire ai giornalisti presenti sull’aereo la ristampa di una foto scattata a Nagasaki dopo l’esplosione della bomba atomica il 9 agosto 1945. “Bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare”, ha aggiunto il Pontefice.
“Questa immagine – ha detto riferendosi alla foto distribuita ai giornalisti – l’ho trovata per caso ed è stata scattata nel 1945. È un bambino col suo fratello sulle spalle morto, che sta aspettando per il crematorio a Nagasaki”.
Francesco ha commentato: “Mi sono commosso quando ho visto questo e quindi ho voluto scrivere: ‘Il frutto della guerra’. Ho voluto stamparla e darla perché un’immagine commuove più di mille parole”.
“Vi auguro buon viaggio. Hanno detto all’Alitalia che il volo Roma-Santiago è il volo diretto più lungo che ha la compagnia, 15 ore e 40. Avremo tempo per riposare, lavorare, tante cose”, ha aggiunto Papa Francesco salutando i giornalisti al seguito durante il volo che lo sta conducendo a Santiago del Cile. “Grazie per il vostro lavoro – ha continuato -. Sarà impegnativo: tre giorni in un Paese, tre giorni in un altro. Per me non sarà tanto difficile in Cile, perché ho studiato lì un anno, ho tanti amici, lo conosco bene. Invece il Perù lo conosco meno. Ci sono andato due o tre volte per convegni, incontri”.
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