La perizia psichiatrica sul fidanzato di Noemi Durini avvalora la tesi sostenuta dalla pm che lo accusa di omicidio premeditato con le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi.
Dopo la confessione shock su come ha ucciso la fidanzata Noemi Durini, effettuata durante l’interrogatorio svoltosi nel settembre scorso, andato in onda nella puntata di venerdì 12 gennaio di Quarto Grado, secondo i periti psichiatrici il giovane Lucio, al momento del delitto, era perfettamente capace di intendere e di volere. Questo è ciò che riporta la perizia psichiatrica svolta sul giovane di Montesardo, reo confesso dell’omicidio, firmata dai due consulenti Alessandro Zafferano e Maria Grazia Felline, nominati dalla gip del Tribunale dei minori, Ada Colluto. I due consulenti sono stati affiancati dai periti nominati dalla Procura, la psichiatra Mariangela Pascali e la psicologa Michela Francia. Anche i legali di Lucio, gli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe, hanno nominato un loro consulente.
Gli esiti della consulenza verranno discussi durante l’incidente probatorio fissato per il mese prossimo. Lucio dovrà rispondere alle accuse mosse dalla pm Anna Carbonara di omicidio premeditato. Per il pubblico ministero il giovane ha provocato la morte della 16enne Noemi Durini prelevandola, verso le ore 4.51, dalla sua abitazione con la Fiat di proprietà della sua famiglia, guidando senza patente in quanto minore, e conducendola in aperta campagna dove l’ha colpita prima con un coltello e poi con delle pietre. Durante l’agghiacciante interrogatorio (che potete trovare e guardare cliccando sul link in fondo all’articolo), Lucio ha descritto nei minimi particolari il movente del delitto e come esso si è svolto, rivelando agli inquirenti di aver accoltellato la povera Noemi alla nuca, per poi fracassarle la testa con delle pietre. Per la pm il ragazzo aveva premeditato il delitto, avvenuto per motivi abietti o futili, agendo con crudeltà.
Negli ultimi giorni, però, è emerso un particolare che ha spiazzato tutti, rivelato dall’inviato di Quarto Grado: il giovane Lucio ha consegnato una lettera ad un agente del penitenziario, nella quale smentisce tutto, sostenendo di non aver ucciso lui Noemi Durini. Il ragazzo nell’epistola racconta che quella sera era con Noemi a Castrignano del Capo, in provincia di Lecce, nel luogo in cui poi sarebbe stata uccisa, quando, ad un certo punto, sono stati raggiunti da una Seat Ibiza da cui sarebbe sceso Fausto Nicolì. L’uomo avrebbe consegnato alla sedicenne una pistola, con la quale Noemi avrebbe voluto uccidere i genitori di Lucio. A quel punto gli animi si sarebbero scaldati e la discussione sarebbe poi culminata nella coltellata inferta da Nicolì al capo della vittima. Spetta ora agli inquirenti verificare la veridicità di quanto riportato nella lettera redatta da Lucio.
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