Una morte tragica quella di Niccolò Ciatti, il 22enne assassinato in una discoteca di Lloret de Mar nell’agosto del 2017, che non ha ancora trovato giustizia.
Il processo per la morte di Niccolò Ciatti, il giovane fiorentino picchiato a morte in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna, si celebrerà in Catalogna contro Rassoul Bissoultanov, in carcere a Girona, e i suoi amici, indagati a piede libero e tornati a Strasburgo, Mosvar Magamadov e Khabiboul Khabatov. Per ricostruire quanto accaduto in quella tragica notte tra venerdì 11 sabato 12 agosto 2017 si è fatto uso, oltre delle immagini di videosorveglianza, anche delle diverse ricostruzioni dei presenti, tra cui il direttore del St Trop, il locale dove il ragazzo di Scandicci è morto, e i poliziotti che hanno provveduto ad arrestare i tre autori dell’aggressione.
Fu proprio il direttore del St Trop a riconoscere i tre aggressori fermati dai poliziotti e a fornire agli inquirenti un video sull’aggressione avvenuta ai danni di Niccolò Ciatti. Quel filmato era stato consegnato al direttore del club da un suo dipendente, che a sua volta l’aveva ricevuto da un turista che si trovava lì quella notte. Il direttore ha poi dichiarato alla polizia che la security della discoteca aveva già avuto dei problemi con i tre ceceni, proprio per la loro violenza. I tre avevano anche attaccato un dipendente del locale. I poliziotti hanno inoltre affermato che il trio non sembrava né ubriaco né sotto effetto di droga.
La vicepresidente vicario del Senato della Repubblica Rosa Maria Di Giorgi, come riportato da Gonews.it, in apertura del nuovo anno ha rivolto un suo pensiero particolare alla famiglia di Niccolò Ciatti, affermando: “Siamo ormai nel 2018, il nuovo anno è arrivato e a prescindere da tutto quel che ci aspetta, la mente in queste ore non può che andare alla famiglia Ciatti a Scandicci. Da quella maledetta notte dell’11 agosto a Lloret de Mar, in Spagna, quando il loro giovane e bravo Niccolò fu barbaramente ucciso a calci e pugni in discoteca. Dei tre giovani ceceni, esperti di lotta marziale, solo uno è in cella in Spagna con l’accusa di omicidio, gli altri sono tornati alle loro case in Francia. Il 2018 è dunque un anno nuovo per tutti noi tranne che per la famiglia Ciatti, la cui vita si è fermata nell’agosto 2017 e che potrà ripartire solo se riusciranno ad avere giustizia”. Di Giorgi ha poi continuato: “Vorrei dunque dedicare questo auspicio alla famiglia Ciatti, a tutti loro. Anche alla zia, che per il dolore ha messo in vendita dopo 70 anni il banco al Mercato di San Lorenzo dove Niccolò lavorava e dove tutti lo conoscevano. Destinerà il ricavato alla Onlus fatta nascere per raccogliere i fondi necessari alle spese legali della famiglia. Perché questo inizio anno sia contraddistinto anche dalla solidarietà, invito allora tutti a sostenere la Onlus Niccolò Ciatti. Dal canto mio, che rimarrò in carica per gli affari correnti fino all’insediamento del prossimo Parlamento, farò tutto quel che è nelle mie possibilità per mantenere alta l’attenzione e la pressione sulle autorità spagnole perché vadano fino in fondo, e proseguirò a tenermi in contatto con i membri del governo italiano competenti e la rete diplomatica. Perché questo 2018 sia per la famiglia Ciatti l’anno in cui otterranno giustizia. Quella giustizia che non può lenire il dolore ma può almeno aiutare a trovare un po’ di pace”.
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