“La legislatura sta per essere sciolta (si spera nell’acido)” ha twittato il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, a commento dell’ultima conferenza stampa del premier Gentiloni, oggi 28 dicembre, prima dello scioglimento delle Camere. Ma il suo sarcasmo gli è stato pesantemente rinfacciato.
Il riferimento all’acido per criticare quella che per il giornalista “è stata una delle [legislature, ndr.] peggiori della storia repubblicana” ha fatto indignare Lucia Annibali, l’avvocatessa 39enne di Urbino sfregiata al volto, nel 2013, con l’acido da due sicari assoldati dall’ex fidanzato coetaneo Luca Varani, che ha risposto piccata con un tweet in cui ha stigmatizzato l’espressione infelice usata da Travaglio.
IL TWEET DI ANNIBALI E LA REPLICA DI TRAVAGLIO
Eccolo: “Chi, come me, ha conosciuto gli effetti dell’acido, per sua sfortuna, si augura invece che questo non debba mai accadere a nessuno, nemmeno per scherzo” ha infatti scritto sul social network la giovane donna la cui storia è stata da poco raccontata in una fiction Rai. Travaglio, che per altro non ha riferito il suo, sia pure macabro, augurio a persone ma “alla legislatura“, non ha risposto subito alla Annibali, sostenuta invece da molti utenti Twitter. Poi, in serata la replica del direttore del Fatto, in un post su Facebook: “Mi spiace che Lucia Annibali si sia offesa per il mio augurio semiserio che questa orribile legislatura venga sciolta nell’acido. Non sapevo che anche la parola “acido” fosse stata proibita dall’Inquisizione del Politicamente Corretto. In attesa che l’Alto Tribunale comunichi quali vocaboli si possono ancora usare e quali è meglio di no (“acidità di stomaco”, per dire, sarà offensiva?), il mio unico commento è che non ci sono più parole. Ma nel vero senso della parola“.
IL CASO ANNIBALI
La vicenda di Lucia Annibali è diventata paradigmatica, in Italia, di tutti i casi in cui le donne vengono sfregiate con l’acido. Nel maggio del 2016 Luca Varani, ex partner di Lucia e mandante dell’aggressione, è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 20 anni di reclusione, mentre gli esecutori albanesi sono stati condannati a 12 anni. Le lesioni inferte a Lucia Annibali, sfregiata al volto con l’acido, erano tanto gravi da mettere in “pericolo la sua vita” avevano scritto i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza. La stessa scelta di sfregiare con l’acido e anche il “regime di vita, l’assunzione di stupefacenti, la condotta processuale e l’assenza di pentimento” hanno portato i magistrati a confermare la pena di 20 anni, fissata già in Appello, e a non considerare eventuali attenuanti.
L’ACIDO AL CULMINE DELLE PERSECUZIONI
Come ricostruito nella sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato Luca Varani, l’uomo aveva messo in atto comportamenti persecutori gravissimi nei confronti della Annibali, che aveva troncato la loro relazione sentimentale una volta scoperto che il Varani aveva un’altra donna dalla quale attendeva un figlio. Ma lui non aveva mai accettato la fine della loro storia. E si era persino iscritto alla piscina frequentata dalla Annibali per tenerla sotto “controllo” ed entrare negli spogliatoi femminili dove teneva le sue cose. Poi si era impossessato delle sue chiavi: Lucia aveva una copia in macchina ma non le aveva più trovate. Aveva infine manomesso la cucina della ragazza, provocando una fuga di gas, episodio che ha aggiunto l’aggravante della premeditazione alla sua condanna.
Photo credits: Twitter, Facebook
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