In occasione degli auguri natalizi il Papa, parlando alla Curia romana, ha denunciato un pericolo: quello “dei traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa”.
“Ossia le persone – ha proseguito Francesco, secondo le parole trascritte dal sito web dell’agenzia Ansa – che vengono selezionate accuratamente per dare maggior vigore al corpo e alla riforma, ma – non comprendendo l’elevatezza della loro responsabilità – si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e, quando vengono delicatamente allontanate, si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, del ‘Papa non informato’, della ‘vecchia guardia’…, invece di recitare il ‘mea culpa’”.
MA VICINO AI CORROTTI CI SONO I SANTI
“Accanto a queste persone – ha aggiunto il Pontefice – ve ne sono poi altre che ancora operano nella Curia, alle quali si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene. Questo certamente senza dimenticare la stragrande parte di persone fedeli che vi lavorano con lodevole impegno, fedeltà, competenza, dedizione e anche tanta santità”.
“IL NATALE CI FACCIA ABBANDONARE CIO’ CHE È FALSO…”
“Che questo Natale ci apra gli occhi per abbandonare il superfluo, il falso, il malizioso e il finto, e per vedere l’essenziale, il vero, il buono e l’autentico. Tanti auguri davvero!”, ha sottolineato papa Francesco. “Una Curia chiusa in sé stessa tradirebbe l’obbiettivo della sua esistenza e cadrebbe nell’autoreferenzialità, condannandosi all’autodistruzione”. “Dio ha costituito la Chiesa per essere nel mondo, ma non del mondo, e per essere strumento di salvezza e di servizio”. Parlando della riforma, quindi, il Papa ha fatto sua una espressione di mons. Frederic-François-Xavier De Merode: “Fare le riforme a Roma è come pulire la Sfinge d’Egitto con uno spazzolino da denti“.
“I COMPLOTTI SONO UN CANCRO…”
Il Papa ha quindi invitato la Curia romana a “superare quella squilibrata e degenere logica dei complotti o delle piccole cerchie che in realtà rappresentano – nonostante tutte le loro giustificazioni e buone intenzioni – un cancro che porta all’autoreferenzialità, che si infiltra anche negli organismi ecclesiastici in quanto tali, e in particolare nelle persone che vi operano”: “Quando questo avviene, però, si perde la gioia del Vangelo, la gioia di comunicare il Cristo e di essere in comunione con Lui; si perde la generosità della nostra consacrazione”.
Photo credits: Twitter, Facebook
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