Novità clamorosa nell’inchiesta sul delitto di Serena Mollicone, la diciottenne assassinata nel 2001, il cui corpo privo di vita è stato rinvenuto in un bosco di Arce, in provincia di Frosinone. Dopo la recente svolta di un quarto indagato per concorso in omicidio, è stato iscritto un altra persona all’interno del fascicolo.
Al momento sono cinque le persone indagate in merito al delitto di Serena Mollicone, la giovane studentessa di Arce scomparsa il primo giugno del 2001, il cui corpo senza vita venne trovato in un bosco due giorni dopo. C’è un quinto indagato nelle indagini riguardanti la morte della ragazza. Si tratta di un altro carabiniere, il maresciallo Francesco Suprano, in servizio nella caserma quando il primo giugno del 2001 la 18enne entrò per fare una denuncia. L’uomo era già finito nel registro degli indagati qualche anno da sempre per il suddetto delitto, ma poi la sia posizione venne archiviata. Il militare presta oggi servizio nella provincia di Rieti.
Il maresciallo Francesco Suprano è oggi indagato con l’accusa di favoreggiamento, in quanto avrebbe omesso di riferire agli inquirenti fatti e circostanze di rilevante importanza, che avrebbero potuto agevolare le indagini già al tempo dell’omicidio. Un fatto davvero sconvolgente, che dimostra come le indagini, nonostante il tempo passato, siano in pieno fermento. Pochi giorni fa, il 7 dicembre scorso, è stata data la notizia di una quarta persona indagata: si tratta di un altro maresciallo dei carabinieri, Vincenzo Quatrale, che, all’epoca dei fatti, prestava servizio nella caserma di Arce. Quest’ultimo è stato ascoltato dagli inquirenti della Procura di Cassino nella mattinata del 7 dicembre 2017, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ipotesi formulata a carico di quel’ultimo militare è quella di concorso in omicidio.
Nomi che vanno ad aggiungersi nel registro degli indagati per il delitto della giovane Serena Mollicone, a cui da anni sono iscritti, con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Arce, Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie del maresciallo, Anna. Nelle scorse settimane è stata depositata la perizia medico-legale che ha indicato la compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce con la frattura cranica riportata dalla vittima. Il maresciallo Quatrale è indagato oltre che per il reato di concorso in omicidio anche per quello di istigazione al suicidio. Con il suo silenzio avrebbe portato il brigadiere Santino Tuzzi a commettere nel 2008, tre giorni dopo essere stato interrogato in Procura, un gesto estremo.
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