A pochi giorni dall’inizio del processo d’Appello sull’omicidio di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa il primo maggio del 2014, i giudici hanno accolto la richiesta mossa dai legali di Padre Gratien Alabi in merito al trasferimento dal monastero romano al Tribunale di Firenze per l’udienza.
Dopo quasi un anno dalla sentenza di condanna di primo grado, emessa nell’ottobre del 2016, nei confronti di Padre Gratien Alabi, accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Guerrina Piscaglia, giovedì 14 dicembre 2017 si tornerà in aula per l’inizio del processo d’Appello. Il religioso congolese, condannato a 27 anni di reclusione per il delitto della donna, scomparsa il primo maggio del 2014 da Ca Raffaello, si trova attualmente ai domiciliari presso il convento dei padri Premostratensi di Roma. I giudici, come riporta TevereTv, hanno accolto la richiesta dei legali del religioso che, impugnando la sentenza di primo grado, hanno chiesto di lasciare arrivare il frate davanti alla Corte di Assise di Appello di Firenze senza essere scortato né da agenti carcerari né da poliziotti.
Una fine misteriosa quella di Guerrina Piscaglia, scomparsa da Ca Raffaello, nell’Arentino, il primo maggio del 2014. Il corpo della donna, ancora oggi, non è stato trovato. La donna, allora quasi 50enne, aveva un figlio, Lorenzo, all’epoca dei fatti 24enne, avuto dal marito Mirco Alessandrini con il quale conviveva. Le battute di ricerca svolte nei mesi successivi alla scomparsa non hanno portato a nulla. Il 5 settembre del 2014 veniva ascoltato dal pm Marco Dioni il frate congolese della parrocchia frequentata assiduamente da Guerrina. Padre Gratien Alabi da semplice persona informata sui fatti diviene indagato per sequestro di persona e, dopo ulteriori indagini, viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere.
La condanna di primo grado per il frate congolese arriva quindi senza il ritrovamento del corpo della donna. I legali di Padre Gratien Alabi, gli avvocati Riziero Angeletti e Francesco Zacheo, credono nell’innocenza del prete e sono convinti di poter ribaltare il verdetto di primo grado. Il nuovo giudizio potrebbe essere pronunciato già giovedì 14 dicembre dalla Corte d’Appello d’Assise di Firenze. Prevista al processo la presenza del marito di Guerrina Piscaglia, Mirco Alessandrini, costituitosi come parte civile insieme al figlio, alle sorelle e ai nipoti della donna e all’associazione Penelope.
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