Svolta nell’omicidio di Serena Mollicone: c’è un quarto indagato, è un carabiniere

Clamorosa svolta nell’inchiesta sul delitto di Serena Mollicone, la diciottenne assassinata nel 2001, il cui corpo è stato rinvenuto in un bosco di Arce, in provincia di Frosinone. Un altro maresciallo dei carabinieri è indagato con l’ipotesi di reato di concorso in omicidio volontario.

Si avvicina sempre più quella che sembra essere la verità sull’omicidio di Serena Mollicone, la studentessa di Arce scomparsa il primo giugno del 2001, il cui corpo senza vita venne trovato in un bosco due giorni dopo. C’è un quarto indagato nelle indagini riguardanti la morte della ragazza. Si tratta di un maresciallo dei carabinieri che, all’epoca dei fatti, prestava servizio nella caserma di Arce. L’uomo in questione è stato ascoltato dagli inquirenti nella Procura di Cassino nella mattinata del 7 dicembre 2017. Il maresciallo dei carabinieri si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L’ipotesi formulata a carico dell’uomo è quella di concorso in omicidio. Risultano quindi iscritti nel registro degli indagati per la morte della giovane Serena Mollicone, con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Arce, Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie del maresciallo, Anna. Nelle scorse settimane è stata depositata la perizia medico-legale che ha indicato la compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce con la frattura cranica riportata dalla vittima.

Continuano inoltre le indagini riguardanti la morte del brigadiere dei carabinieri di Arce Santino Tuzi, trovato privo di vita nella sua auto nel 2008, ucciso da un colpo partito dalla sua pistola d’ordinanza. Il militare disse di aver visto Serena Mollicone in caserma in giorno della scomparsa, il 1 giugno del 2001. Fu proprio il brigadiere a dichiarare di averla vista verso le 11 del mattino e di non averla più vista uscire, almeno fino alle 14.00, orario in cui Tuzi staccò dal servizio. L’uomo, pochi giorni dopo aver testimoniato agli inquirenti l’episodio successo in caserma, è morto. Inizialmente si era pensato al suicidio, mentre ora il magistrato ha riaperto il caso in quanto le due morti potrebbero essere legate da un doppio filo. Il brigadiere era stato ascoltato dagli inquirenti il 28 marzo e il 9 aprile del 2008. Successivamente era stato disposto un confronto tra Tuzi e l’allora maresciallo Franco Mottola, il quale però non è mai avvenuto in quanto il brigadiere è morto prima.

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