In lacrime la mamma di Dj Fabo, chiamata a testimoniare in aula per il processo contro Marco Cappato per aiuto al suicidio. La fidanzata: “Mi diceva che per lui era una vittoria”.
Sono state chiamate a testimoniare la mamma e la fidanzata di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, l’uomo tetraplegico suicidatosi nel febbraio scorso in Svizzera, dopo aver schiacciato con i denti un pulsante per iniettarsi una sostanza letale. Il 40enne scelse il suicidio assistito spinto dalla propria condizione di vita, mutata a causa di un incidente stradale avvenuto nel 2014. Le due donne, nel corso del processo nei confronti dell’unico imputato Marco Cappato, esponente dei radicali e dell’associazione Luca Coscioni, per ore hanno parlato davanti alla Corte d’Assise, circondate da un silenzio. I pm Sara Arduini e Tiziana Siciliano avevano chiesto l’archiviazione del caso, ma il gip Luigi Gargiulo impose il processo.
“Fabiano è stato bravissimo e ha fatto tutto da solo”, sono queste le parole della madre di Dj Fabo, Carmen Carollo, che davanti alla Corte d’Assise non è riuscita a trattenere le lacrime. “Due minuti prima di morire gli ho detto: ‘Vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada’. E lui ha schiacciato“, così la madre ricorda gli ultimi istanti di vita trascorsi insieme al figlio. Il pm Siciliano ha porto un fazzoletto alla donna, che in aula ha rivissuto uno dei momenti più dolorosi per la vita di una madre. Fabiano Antoniani scelse il suicidio assistito e non l’interruzione delle cure perché, stando al racconto di Carmen Carollo, non aveva paura di morire, ma di soffrire e di morire soffocato. L’interruzione delle cure con l’interruzione dell’uso del respiratore avrebbero infatti comportato una morte lenta per soffocamento e per tale ragione il 40enne scelse il suicidio assistito.
Dj Fabo scelse di interrompere quella che per lui era una sofferenza e nel febbraio 2017 si è recato insieme al tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, alla clinica Dignitas, nei pressi di Zurigo. La madre di Fabiano ha aggiunto : “Non avrebbe potuto vivere così, in casa si parlava solo della Svizzera. Se pensava che io e la sua fidanzata volessimo rallentare la procedura, si arrabbiava molto. Per me era un incubo che non finiva più“. Carmen Carollo ha inoltre aggiunto come tra l’unico imputato e il figlio, dopo la scelta di quest’ultimo di farla finita, si sia instaurato un rapporto che lei stessa definisce meraviglioso: “Marco era diventato un suo amico, una persona importante“.
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