Russiagate, siamo alla svolta finale? La Casa Bianca è stata colta alla sprovvista dalla dichiarazione di colpevolezza di Michael Flynn, ex consigliere per la Sicurezza Nazionale. La giornata di venerdì 1 dicembre si era aperta con la solita routine, poi è arrivata la sorpresa: Flynn si è impegnato a collaborare con il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller.
Solo pochi giorni fa Donald Trump aveva detto ai suoi più stretti consiglieri che non era preoccupato. Ma ora il timore è che il cerchio che si stia stringendo intorno al presidente e alla sua famiglia. Ora Donald Trump trema davvero. Il Russiagate rischia di travolgerlo, a quasi un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca. E il presidente americano viene descritto in queste ore come un leone in gabbia, frustrato ma anche furibondo, incontenibile nei suoi scatti d’ira, tenuto a bada a stento dai suoi più stretti collaboratori che temono ‘uscite’ poco ortodosse su Twitter o con i giornalisti che assediano la Casa Bianca.
La svolta sul fronte delle indagini era attesa da giorni: Michael Flynn ha deciso di patteggiare e davanti al giudice si è dichiarato colpevole, ammettendo di aver mentito all’Fbi su due incontri avuti con l’ex ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislyak, lo scorso dicembre. Ma quel che più preoccupa la Casa Bianca è che l’ex consigliere per la sicurezza nazionale si sarebbe detto pronto a testimoniare contro il presidente.
E secondo alcune fonti avrebbe già spiegato agli investigatori che l’incarico di contattare il diplomatico moscovita arrivò direttamente da alcuni responsabili della squadra di Trump, durante il periodo di transizione dalla presidenza Obama a quella del tycoon. “Agì d’intesa con Kushner” avrebbe rivelato agli inquirenti riferendosi al genero-consigliere del presidente. Donald Trump rischia l’impeachment? È preso per dirlo. Ma qualcosa in grado di travolgere definitivamente il tycoon diventato presidente sembra essersi messo in moto davvero.
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