“Me lo ha chiesto, anche se però gli ho risposto di no, lo ha fatto lo stesso”. È il drammatico racconto di una delle due studentesse americane che hanno accusato due carabinieri di averle violentate a Firenze, affidato a Bruno Vespa.
Intervistata ieri 23 novembre negli studi di Porta a Porta, la ragazza è tornata a parlare di quella notte tra il 6 e il 7 settembre scorsi. Al giornalista, la giovane racconta che dopo la serata in discoteca i carabinieri si sono offerti di dare loro un passaggio. Per raggiungere l’abitazione, dice, hanno impiegato una ventina di minuti. Durante il viaggio in auto, “i carabinieri parlavano fra di loro”, ma le studentesse non capivano cosa dicevano.
“Non parliamo italiano”, ribadisce la giovane. Una volta arrivate a casa, continua, “abbiamo detto ‘grazie per il passaggio’, abbiamo aperto la porta e loro hanno offerto di continuare ad aiutarci“. Poi, “dopo aver detto ‘grazie, grazie mille’, abbiamo cercato di andarcene per conto nostro”. Vespa le chiede allora cosa sia accaduto in quel momento. La ragazza però dice di non voler “scendere in ulteriori dettagli in questo senso”.
“Se posso permettermi – incalza il giornalista – il carabiniere le ha chiesto di baciarla o è stato un po’ più ruvido?” “Me lo ha chiesto, anche se però gli ho risposto di no, lo ha fatto lo stesso” spiega la ragazza, che dice di aver opposto resistenza. “Questo dove è successo?” chiede allora Vespa. La ragazza replica: “Fuori della porta dell’appartamento”. È sul pianerottolo, precisa la studentessa, “che si è consumata la violenza”. La giovane afferma infine di non voler dire se il carabiniere è stato violento nei suoi confronti. “Non voglio rispondere a questa domanda” precisa, prima di sottolineare che “sì”, l’uomo l’ha comunque costretta a fare cose che lei non voleva fare.
Photo credits: Twitter / La Nazione; video credits: Twitter / Tgr Rai Toscana / Porta a Porta