Sono in corso notifiche da parte della Procura di Pescara di 23 avvisi di garanzia per la vicenda dell’Hotel Rigopiano travolto da una valanga lo scorso gennaio che ha provocato 29 morti.
Ore 16:00 – L’accusa per Provolo, trasferito di recente all’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento dei vigili del fuoco, è di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Stessa contestazione che i magistrati fanno a Ida De Cesaris e a Leonardo Bianco, rispettivamente dirigente e capo di gabinetto della Prefettura. Nessun addebito, invece, per la funzionaria dell’Unità di crisi che ricevette le telefonate di allerta dopo la valanga e le considerò uno scherzo perché, in base alle informazioni interne che le comunicarono, all’hotel Rigopiano non era successo niente.
Ore 12:33 – +++ C’è anche l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo tra coloro che hanno ricevuto oggi l’avviso di garanzia +++.
La notizia è riportata dal sito web dell’Ansa. Gli avvisi di garanzia sono in corso di notifica presso il comune di Farindola (Pescara), la Provincia di Pescara e la Prefettura. Nei mesi scorsi, per la tragedia dell’Hotel Rigopiano, erano state indagate sei persone, tra cui il sindaco di Farindola.
Si trattava del presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco, del dirigente delegato alle opere pubbliche Paolo D’Incecco, del responsabile della viabilità provinciale Mauro Di Blasio. Tutti accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Stessi capi d’accusa per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e per il geometra comunale Enrico Colangeli. Il direttore del resort Bruno Di Tommaso è stato indagato anche per violazione dell’articolo 437 del codice penale, che punisce l’omissione del “collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro”.
Il 18 gennaio 2017 l’Hotel Resort Rigopiano, a Farindola, alle pendici del Gran Sasso, fu letteralmente spazzato via da una valanga staccatasi dal monte Siella a seguito del terremoto. In 40 erano rimasti bloccati dentro la struttura a causa della inagibilità della strada provinciale numero 8. Furono sepolti vivi dalla valanga dentro il resort. Morirono 29 persone, mentre 11 furono i sopravvissuti. Recuperati dopo alcuni giorni dalla frenetiche e instancabili attività dei soccorritori, che operarono in condizioni molti difficili.
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