Il suo corpo è stato ritrovato senza vita nei pressi di Sulmona (L’Aquila), sabato 18 novembre. Il generale dei carabinieri forestali in congedo Guido Conti, 58 anni (foto in alto), si sarebbe ucciso. Distrutto dall’angoscia per le vittime dell’Hotel Rigopiano alle pendici del Gran Sasso, in Abruzzo, travolto da una valanga seguita al terremoto del 18 gennaio 2017.
Il generale Conti si sarebbe ucciso con un colpo alla tempia destra esploso con una pistola calibro 9 a poca distanza dall’auto con cui era arrivato alle pendici del monte Morrone. In una lettera trovata dopo la sua morte e indirizzata “Alla mia famiglia”, Conti cita la vicenda di Rigopiano come fonte per lui di grande angoscia. Nella lettera si legge fra l’altro: “Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma“.
“POTEVO FARE DI PIU’?….”
Conti entra poi nel merito, specificando: “Non per l’albergo, di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più?“. Conti conclude il drammatico testo indirizzandosi alla famiglia con espressioni di fortissimo affetto.
IL GIALLO DELLA TERZA LETTERA
Al momento sono state trovate una lettera alla famiglia e una alla sorella. Mancherebbe un terza lettera affrancata e spedita a una destinazione che per il momento resta sconosciuta. Alla guida di una Smart, Conti si è diretto sulla strada verso il Morrone. Una scelta anche questa non casuale. Da sempre il generale amava fare lunghe passeggiate lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro, chiusa da due anni e mezzo, in seguito ad una frana del marzo 2015. Percorsi cinque tornanti Conti ha parcheggiato l’auto in una piazzola che costeggia la provinciale è sceso e si è ucciso. Il caso ha voluto che a trovarlo siano stati due forestali, che avevano lavorato con lui a Sulmona.
UNA CARRIERA BRILLANTE E IRREPRENSIBILE
Conti aveva 58 anni e poche settimane fa era andato in pensione. Recentemente si era legato ad una multinazionale che opera nel settore petrolifero in Val d’Agri, in Basilicata. Come comandante provinciale della guardia forestale a Pescara aveva legato il suo nome all’inchiesta sulla mega discarica dei veleni di Bussi (Pescara) culminata nel processo che ha poi condannato ex dirigenti della Montedison per reati ambientali. Dopo questa importante inchiesta aveva guidato per anni il corpo forestale in Umbria, dove aveva raggiunto il grado di generale.
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