È un caso internazionale quello del sottomarino militare dell’Argentina, l’ARA San Juan, con 44 uomini a bordo e la prima donna del Paese col grado di ufficiale, Eliana Maria Krawczyk (nella foto in alto), sparito nell’Atlantico, al largo della Patagonia dal 15 novembre. Si teme il peggio. Il video che vi proponiamo è tratto dall’emittente nazionale TelefeNoticias.
AGGIORNAMENTO DOMENICA 19 NOVEMBRE ORE 8:47 – Sette tentativi di chiamate satellitari provenienti dal sottomarino sono state registrate tra le 10 del mattino di sabato e le 3 del pomeriggio. Si cerca ora di utilizzare i segnali per determinare la posizione del sommergibile. Le chiamate, di una durata tra i 4 e i 36 secondi, sono state registrate tra le 10:52 e le 15:42 in diverse basi della Marina, sebbene non siano riuscite a stabilire una connessione.
Il San Juan stava tornando da Ushuaia, nell’estrema zona meridionale dell’Argentina, verso la sua base operativa a Mar del Plata, vicino a Buenos Aires, quando improvvisamente si sono perse le sue tracce. “L’unica informazione ufficiale e certa è che non è stato ancora ritrovato”, ha indicato alla stampa il portavoce della Marina Militare, Enrique Balbi, smentendo diverse versioni diffuse dai media riguardo a un presunto ritrovamento del San Juan o un incendio che sarebbe scoppiato a bordo del sottomarino.
IL PANICO TRA I FAMILIARI
I familiari e gli amici dei marinai e dei militari a bordo vivono una profonda angoscia: “Preghiamo Dio e chiediamo a tutti gli argentini di aiutarci e speriamo possano essere trovati”, ha detto Claudio Rodriguez, fratello di uno dei membri dell’equipaggio, al canale news Todo Noticias, aggiungendo di ritenere che “che sia solo un problema di comunicazione”. Intervistato dai giornalisti, Eduardo Krawczyk, papà di Eliana Krawczyk, prima donna ufficiale di un sottomarino in Argentina, non si mostra ottimista: “L’Armata non vuole dare dati fasulli o false speranze, questo è un momento drammatico” (guarda il video).
L’AIUTO DI CILE, USA E GRAN BRETAGNA
La Marina ha attivato un’operazione di ricerca per localizzare il sottomarino, ordinando “a tutte le stazioni di comunicazione terrestre lungo la costa argentina di fare una ricerca preliminare ed estesa di comunicazioni e di ascoltare tutte le possibili frequenze di trasmissione del sottomarino”. Unità militari sono state inviate verso la zona da dove sono partiti gli ultimi messaggi del San Juan, mentre il ministro della Difesa Oscar Aguad è tornato d’urgenza dal Canada, dove stava partecipando a una conferenza Onu. Il ministero degli Esteri ha reso noto che Cile, Stati Uniti e Regno Unito hanno offerto di collaborare alla ricerca del sottomarino.
IL TIMORE DEI GAS LETALI A BORDO
Da parte sua, l’ammiraglio Gabriel Gonzalez, comandante della base di Mar del Plata, ha indicato che a bordo del San Juan “c’è cibo e ossigeno a sufficienza” per tutto l’equipaggio, sottolineando che “non si può dunque parlare di un’emergenza”. Molto meno ottimista il commento di Julio Langani, uno degli ingegneri che ha monitorato la costruzione del sottomarino nei cantieri navali della Thyssen Nordseewerke ad Edem, in Germania, dove il San Juan è salpato per la prima volta nel giugno del 1983. In dichiarazioni al quotidiano Ambito, Langani ha ipotizzato che nel sottomarino “si potrebbero essere surriscaldate le batterie, il che provoca l’emissione di un gas clorato, che risulta mortale per gli esseri umani“.
Photo credits: Twitter; video credits: You Tube / TelefeNoticias