La Procura di Torino ha ottenuto cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti giovani tunisini indagati per terrorismo internazionale. Le misure però non possono essere eseguite a causa di questioni di procedura. I cinque sono sospettati di avere formato in Italia un gruppo collegato all’Isis.
Tre di loro sono agli arresti domiciliari per droga. Gli altri due invece sono liberi, uno dei quali è però già stato espulso nel 2016. La Procura di Torino aveva chiesto gli arresti il 17 maggio, ma un gip, il 21 giugno, aveva respinto l’istanza. Il pm Andrea Padalino ha fatto ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, che nei giorni scorsi gli ha dato ragione. L’ordinanza dei giudici, però, non è esecutiva perché gli indagati possono ancora ricorrere in Cassazione. L’arresto, quindi, non può scattare.
Gli accertamenti sono nati da controlli su false dichiarazioni di studio all’Università di Torino presentate da stranieri per ottenere permessi di soggiorno. I militari hanno individuato i sospettati e hanno scoperto che nel frattempo si erano stabiliti a Pisa per dedicarsi allo spaccio di stupefacenti.
Nell’inchiesta dei carabinieri del Ros ci sono anche i nomi di due tunisini morti in Siria. I due foreign fighters erano formalmente indagati dalla Procura: dopo un soggiorno in Italia erano andati a combattere in Medio Oriente e, alla loro morte, i compagni li avevano salutati come “martiri” con post su Facebook.
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