Una neonata senza vita è stata ritrovata da alcuni operai in un centro raccolta rifiuti a Musile di Piave (Venezia). Il corpicino, rinvenuto durante le fasi di lavorazione nella struttura, ancora con tracce di cordone ombelicale, era in avanzato stato di decomposizione. La piccola era avvolta in un sacchetto.
Sul caso indagano i carabinieri di San Donà di Piave e di Mestre. L’autopsia, che sarà disposta dalla Procura del capoluogo veneto, dovrà stabilire le cause della morte, e in particolare dovrà accertare se la bimba era ancora viva quando è stata abbandonata. La tragica scoperta è avvenuta nel tardo pomeriggio di sabato 4 novembre.
Gli inquirenti stanno cercando di capire l’origine del sacco che conteneva la piccola, arrivata nell’impianto con un camion venerdì. Nel centro raccolta arrivano rifiuti provenienti da diverse regioni d’Italia. Secondo un primo esame, la bimba era morta da almeno una settimana. Si sta cercando di capire se il corpicino si trovasse in un sacchetto con immondizia indifferenziata o in uno con soli scarti vetrosi.
Le indagini sono complicate perché lo stesso sacchetto, nella fase automatica di apertura, è stato aspirato e distrutto. Di certo il corpo della piccola è stato gettato in un contenitore di rifiuti ed è arrivato a Musile di Piave dopo diversi passaggi. I carabinieri chiedono la collaborazione dei cittadini per eventuali testimonianze. “L’azienda in questione tratta rifiuti che arrivano da diverse zone d’Italia e quindi il piccolo corpicino potrebbe non provenire da Musile e neppure dal sandonatese” precisa il sindaco, Silvia Susanna. Poi si dice “sconvolta per la notizia” e sottolinea che “al momento non si conoscono le motivazioni che hanno portato ad un simile comportamento. Quanto accaduto deve far riflettere soprattutto se legato ad eventuali disagi sociali di cui ancora non siamo a conoscenza”.
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