Di Maio contro Renzi: i duellanti si sfidano in Tv da Floris. Chi vincerà?

Si svolgerà martedì 7 novembre alle 21.30, durante la trasmissione DiMartedì su La7, condotta da Giovanni Floris, il confronto tv tra il candidato premier dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, e il leader del Pd, Matteo Renzi.

Di Maio aveva sfidato via Twitter Renzi a un dibattito in tv, il quale aveva accettato sempre attraverso un tweet: “Ci vediamo martedì”.  “Va bene martedì 7 novembre da diMartedi con Giovanni Floris – aveva ribattuto Di Maio – è la più vista in prima serata”. “Noi avremmo preferito confrontarci in una delle trasmissioni del servizio pubblico. Ma Di Maio ha scelto di sfidarci e ha scelto il luogo del confronto, Floris: fine della telenovela, noi accettiamo la sfida. Martedì sera Renzi sarà alle 21.30 in studio da Floris”, ha poi annunciato su Facebook il portavoce di Renzi, Marco Agnoletti.

Sulla scelta sono intervenuti anche Bruno Vespa ed Enrico Mentana. Per quest’ultimo la scelta è “la migliore possibile. Soprattutto tacita la retorica sul servizio pubblico che si è sentita nelle ultime 48 ore, i grandi confronti politici in Italia sono stati ovunque, trovo sia retorica insopportabile dire che il luogo naturale fosse la Rai. Sono proprio contento che lo faccia Floris, e non ci sarebbe stato niente di male nemmeno se lo avesse fatto Bianca Berlinguer”. Secondo Bruno Vespa, “La scelta finale era già stata fatta prima che si cominciasse a discutere. Renzi ha lasciato a Di Maio la scelta del campo ed era scontato che finisse così”.

Ma è polemica alla Rai per la scelta della sede del confronto tv. ”Non può che essere la Rai la sede naturale del confronto tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Così come di tutti i confronti che dovrebbero riguardare i leader delle altre forze politiche in occasione della prossima campagna elettorale”. Lo scrivono in una lettera al presidente della Vigilanza, Roberto Fico, i consiglieri Rai Guelfi, Borioni, Siddi, Diaconale, Freccero e Mazzuca. ”Un confronto politico di evidente interesse, che di fatto apre una fase elettorale attesa e delicata, non può muovere da una discriminazione preconcetta di una parte politica sull’emittente pubblica, sulla Rai”.

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