Un bimbo di 8 anni, che usava per la prima volta la sua biciclettina nuova, ne ha perso il controllo lungo il Naviglio Grande, a Turbigo, nel Milanese, ed è precipitato in acqua in un tratto di strada privo di guard rail. È morto poco dopo essere stato ripescato. Si tratta del quarto incidente del genere negli ultimi due anni lungo i Navigli.
La tragedia è avvenuta venerdì 27 ottobre. Il piccolo, Yousaf Haris, di origine pachistana, era caduto in acqua attorno alle 17.15 ed era stato recuperato oltre un’ora dopo, alle 18.30, in corrispondenza di una chiusa, dai carabinieri di Legnano (Milano) e dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco. Trasportato in elisoccorso all’ospedale di Bergamo, il piccolo è stato rianimato, ma inutili sono stati i tentativi di salvargli la vita.
Nell’agosto del 2016 una donna e la figlia di un anno, legata al seggiolino della bicicletta, erano cadute nel Naviglio Grande a Bernate Ticino (Milano). Fu un medico anestesista a salvarle, tuffandosi per liberare la bambina trascinata sott’acqua dal peso della bici. La piccola restò 40 minuti in arresto cardiaco ma, alla fine, il cuore riprese a battere.
L’anno prima, 2015, un altro incidente in bicicletta, con un uomo trasportato in condizioni gravissime all’ospedale di Bergamo dopo essere caduto nel Naviglio all’altezza di Robecco sul Naviglio (Milano), nel tratto della pista ciclabile che costeggia il fiume. Qualche mese prima, un 14enne, Michael, si era tuffato nel fiume con gli amici ed era rimasto sott’acqua per 42 lunghissimi minuti. Quando era stato tirato fuori dalle acque del Naviglio, nei pressi di Castelletto di Cuggiono, le sue condizioni erano disperate, ma poi al san Raffaele di Milano avevano tentato una procedura estrema di assistenza meccanica del circolo, per sostenere l’attività cardiaca e le funzioni degli altri organi e “Michi” aveva iniziato a riemergere, fino alla guarigione.
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