La prima Corte d’Assise di Roma si occuperà del processo bis che vede imputati i cinque carabinieri per il pestaggio e la morte di Stefano Cucchi, il 32enne deceduto all’ospedale Sandro Pertini di Roma nel 2009, dopo essere stato arrestato per possesso di droga.
È stato designato il collegio dei giudici che deciderà la posizione dei cinque carabinieri, indagati nell’ambito dell’inchiesta bis sul pestaggio e la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano di 32 anni arrestato e poi deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato fermato per possesso di droga. Tre dei cinque carabinieri sono accusati anche di omicidio preterintenzionale. Il processo di svolgerà a Piazzale Clodio e a presiedere il collegio, come riporta La Repubblica, sarà Vincenzo Capozza.
La designazione, ufficializzata nell’aula del carcere di Rebibbia dove inizialmente era stato fissato il processo, è stata eseguita dal presidente del tribunale di Roma, a cui si è rivolta, nella settimana precedente, la presidente della sezione Evelina Canale, astenutasi per aver già giudicato in primo grado la posizione dei sei medici, tre infermieri e tre agenti penitenziari, indagati e poi imputati, come riporta La Repubblica, all’esito della prima inchiesta sulla morte di Cucchi.
Cresce quindi l’attesa per il 16 novembre, giorno in cui inizierà il processo bis per la morte di Stefano Cucchi, nei confronti dei carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, accusati di omicidio preterintenzionale; in più, nei confronti del maresciallo Roberto Mandolini, che risponderà di calunnia e falso, mentre in giudizio lo stesso Tedesco, insieme con Vincenzo Nicolardi, risponderanno, come riporta La Repubblica, dell’accusa di calunnia nei confronti dei tre agenti della Penitenziaria che furono processati per questa vicenda e poi assolti in maniera definitiva. La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, presente in aula, dopo aver appreso la designazione del collegio, ha dichiarato, come riporta l’Ansa: “Finalmente ci siamo. Il 16 novembre si parte col processo e mi auguro di vedere in aula il maresciallo Mandolini che lo ricordo è imputato, visto che continua a fare lo spavaldo sui social. Ho fiducia che questa volta – ha aggiunto – i responsabili della morte di mio fratello e di anni ed anni di depistaggi saranno puniti“.
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