L’ex fidanzato di Gessica Notaro è stato condannato a 10 anni di reclusione ed espulsione dall’Italia: il Pm aveva chiesto 12 anni per il reato di gravi lesioni senza attenuanti.
Il gup di Rimini, Fiorella Casadei, ha pronunciato la sentenza questo pomeriggio, 20 ottobre. Il gup ha condannato a 10 anni di reclusione Eddy Taveres, l’ex fidanzato di Gessica Notaro, per averla sfregiata con l’acido la notte del 10 gennaio. Per il ventinovenne di Capo Verde il pubblico ministero, Marino Cerioni, aveva chiesto 12 anni di reclusione per il reato di lesioni gravi senza attenuanti generiche e con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe agito per gelosia e per non aver accettato la fine della storia con Gessica.
Il giudice con la sentenza ha riconosciuto le aggravanti e ha condannato Tavares all’espulsione dall’Italia, dopo aver scontato la pena. Inoltre il ragazzo deve pagare un risarcimento danni a Gessica corrispondenti ad euro 230mila e ha ammesso come parte civile l’Ausl Romagna e l’associazione Butterfly con una provvisionale di mille euro. L’associazione si batte contro la violenza e contro lo stalking; mentre il giudice ha escluso come parti civili il comune di Rimini e la regione Emilia-Romagna. La Notaro era presente in aula al momento della sentenza fin dalla mattina. La sentenza sarà depositata in cancelleria tra 90 giorni.
Fiorenzo e Alberto Alessi, gli avvocati di Gessica hanno dichiarato: “La sentenza ci vede ragionevolmente soddisfatti, è la più equilibrata per una vicenda di questo genere. A tutti può sembrare poco dieci anni, ma la legge italiana prevede pene che non si discostano più di tanto da questa in casa di rito abbreviato. Sta di fatto che un giudice ha riconosciuto colpevole Taveres, che si era sempre proclamato innocente, per un atto così atroce”. I legali di Taveres, Riccardo Luzi e Andrea Tura, hanno affermato: “La pressione mediatica esercitata sul processo principalmente dalla persona offesa, confermata dal difensore in aula come motivata da esigenze economiche, è una stortura sulla quale prima o poi il legislatore dovrà porre rimedio perché finché il processo in corso e parti non dovrebbero intervenire mediatamente ad influenzare l’opinione pubblica”.
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