L’Austria svolta a destra. Il conservatore Sebastian Kurz, 31 anni, si appresta infatti a diventare il più giovane cancelliere austriaco e uno dei più giovani leader di tutto il mondo: il suo Partito popolare Övp ha ottenuto oltre il 31% dei voti alle elezioni politiche anticipate che si sono svolte ieri 15 ottobre.
Ancora da capire, invece, se al secondo posto si attesti l’estrema destra anti-migranti Fpö di Heinz-Christian Strache o il Partito socialdemocratico Spö del cancelliere uscente Christian Kern, che nel 2013 aveva vinto le elezioni. Sebbene la formazione di estrema destra sia cresciuta ancora, stando alle proiezioni pare che il secondo posto resti ai socialdemocratici. Per stabilire con certezza l’attribuzione di secondo e terzo posto, tuttavia, bisognerà attendere il completamento del conteggio, e in particolare il calcolo dei voti via posta. L’affluenza alle urne rispetto al 2013 è cresciuta dal 74,9% al 79,4%.
Ecco le ultime proiezioni: Övp 31,7% (+7,7% rispetto al 2013), Spö 26,9% (0%), Fpö 26,0% (+5,5%), Neos 5,1% (+0,2%), Pilz 4,3% (prima candidatura). Tracollo per i Verdi, che rischiano di restare come tutte le altre liste sotto la soglia di sbarramento del 4%. La suddivisione provvisoria dei seggi Övp 62 seggi (+15), Spö 52 seggi (0), Fpö 51 seggi (+11), Neos 10 seggi (+1), Pilz 8 seggi (+8). Sempre che i Verdi, dati appena al di sotto del 4%, non raggiungano il quorum per entrare in Parlamento. L’Fpö, la formazione di estrema destra, non raggiunge il risultato record del 26,9% che ottenne nel 1999, ma ha comunque una buona possibilità di tornare al governo per la prima volta dopo oltre 10 anni: con socialdemocratici e conservatori ai ferri corti, infatti, la formazione di ultradestra sarà probabilmente l’ago della bilancia.
“Vi posso promettere che da oggi lotterò con tutte le mie forze per cambiare questo Paese” ha dichiarato, dal canto suo, il cancelliere designato Sebastian Kurz. Il voto, ha aggiunto Kurz, è “un chiaro mandato per realizzare le riforme e i cambiamenti voluti dai cittadini”. Professando il pugno duro contro l’immigrazione, Kurz ha di fatto sottratto all’Fpö il suo vero cavallo di battaglia, che aveva spinto sull’onda della crisi migratoria in Europa. In un’Austria che è stata via di passaggio per i migranti diretti in Germania e che nel 2015 ha accolto richiedenti asilo pari a circa l’1% della sua popolazione (composta da 8,7 milioni di persone), la strategia sembra avere funzionato: entrambi i partiti, cioè sia l’Övp che l’Fpö hanno migliorato il loro risultato rispetto alle ultime elezioni parlamentari dl 2013.
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