Una donna ha accusato una crisi epilettica mentre si trovava al ristorante a pranzo in compagnia del marito. Il malore si è risolto in pochi minuti, ma la ristoratrice, al marito della donna che era andato alla cassa per pagare le pizze che non avevano neppure fatto in tempo a consumare, “ha detto che persone come loro sarebbe meglio se ordinassero e mangiassero la pizza a casa, rimproverandoli di aver spaventato la clientela”. Questa è la denuncia della Fie, Federazione Italiana Epilessie, in merito ad un avvenimento avvenuto domenica a Marotta, in provincia di Pesaro Urbino, nelle Marche.
La Federazione Italiana Epilessie ha portato alla luce un avvenimento accaduto – secondo l’accusa della Fie – in un ristorante di Marotta, in provincia di Pesaro Urbino nelle Marche, nella giornata di domenica: una donna ha accusato una crisi epilettica fortunatamente risoltasi in pochi minuti mentre era a pranzo a ristorante col marito, ma quest’ultimo, al momento in cui si è diretto alla cassa per pagare le pizze che non erano riusciti neanche a consumare, si è sentito dire dalla ristoratrice che “persone come loro sarebbe meglio se ordinassero e mangiassero la pizza a casa”.
La ristoratrice avrebbe anche accusato la coppia “di aver spaventato la clientela”. Secondo i due coniugi, invece, non si era creato alcun allarme all’interno del locale e, anzi, un paio di persone si erano avvicinate offrendo aiuto.
La presidente della Fie Rosa Cervellione ha detto in alcune dichiarazioni riportate dal ‘Corriere della Sera’ che non si tratta di un caso isolato ma di uno degli ancora numerosi episodi in cui persone con epilessia sono vittime di discriminazione conseguenza dello stigma che grava su di loro a causa della malattia e della sua scarsa conoscenza. Ci sono stati i casi di una ragazza che ha avuto una crisi mentre era alla fermata dell’autobus, non ha ricevuto soccorso dai passanti ai quali ha chiesto aiuto; diversi lavoratori, dopo avere avuto una crisi epilettica sul posto di lavoro, sono stati relegati in mansioni sempre più marginali, sino ad essere sospesi e poi licenziati; innumerevoli studenti, vengono sistematicamente esclusi dalla partecipazione alle gite scolastiche, con vari pretesti e un’unica verità: la scuola non intende farsi carico della gestione di uno studente con epilessia. E l’elenco potrebbe essere ancora molto molto lungo”.
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