Vito Clericò, dopo aver confessato l’omicidio di Marilena Rosa Re, ci ripensa e scrive una lettera alla pm dove spiega cosa è successo il 30 luglio, giorno in cui la promoter è scomparsa da casa.
Dopo la presa di coraggio in cui ha confessato di aver ucciso Marilena Rosa Re, la promoter di Castellanza, in provincia di Varese, madre di due figli e nonna, uccisa e decapitata il 30 luglio 2017, Vito Clericò ci ripensa e fa un passo indietro. Il presunto assassino, pensionato 65enne di Garbagnate Milanese, ha scritto di suo pungo una lettera, indirizzata alla pm titolare dell’inchiesta, Rosaria Stagnaro, nella quale, come riporta Il Giorno, racconta cosa è successo quella mattina.
Vito Clericò, stando quanto riferito dai legali a Il Giorno, avrebbe scritto la lettera di sua iniziativa nel pomeriggio del 10 ottobre. L’ex dipendente dell’Esselunga, dopo il colloquio di un paio d’ore con i propri difensori, gli avvocati Daniela D’Emilio e Franco Rovetto, ha consegnato l’epistola. “Nella lettera rivede la sua posizione, ammette l’occultamento del cadavere e poi parla del coinvolgimento di un’altra persona, ma senza fare nomi, perché afferma di aver visto solo delle mani, insomma fa un passo indietro rispetto a quanto confessato nelle ultime settimane, torna alla versione in cui Marilena sarebbe stata uccisa da qualcun altro – spiega l’avvocato Franco Favetto – Questa nuova versione dei fatti conferma la tesi sulla necessità di una perizia psichiatrica su Clericò, che soffre di epilessia e di altri problemi psichiatrici e lo scorso aprile ha interrotto la terapia farmacologica. Vogliamo capire se la mancata assunzione di questi farmaci può avere conseguenze sul suo stato mentale”. Quale delle due versioni corrisponde alla verità dei fatti? Per il momento il pensionato resta presso il carcere di Busto Arsizio, dove si trova dall’11 settembre.
La lettera passa ora nella mani della Procura di Busto Arsizio e, nello specifico, sotto gli occhi della pm Rosaria Stagnaro. I legali della difesa fanno inoltre sapere che attendono ancora una risposta in merito all’istanza depositata al pm per far ascoltare il loro assistito, ma per il momento non vi sono novità. Attesi dalla difesa sono anche i risultati dei test del Dna, degli altri accertamenti effettuati sui reperti del corpo rinvenuto nell’orto di Vito Clericò e nella casa di quest’ultimo.
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