Panico a Ventimiglia, oggi 9 ottobre. Uno studente di appena 16 anni si è lanciato dal secondo piano del Centro professionale per l’impiego, all’interno del plesso scolastico di via Roma. A causa di un volo di 6-7 metri si è procurato diversi traumi, anche se non gravi. “Volevo un attimo di gloria…” ha detto. Ma non si esclude che possa essere un caso di Blu Whale.
Come è ormai tristemente noto, il Blue Whale è il “gioco” perverso e criminale diffuso fra non pochi adolescenti europei, soprattutto russi, che porta, attraverso una serie di presunte “prove di coraggio”, fino al suicidio. Secondo quanto appreso, dopo la caduta lo studente di Ventimiglia avrebbe detto: “L’ho fatto per avere un attimo di gloria“. Il ragazzo si è gettato dalla finestra intorno alle 12.15, durante l’intervallo, mentre l’insegnante era fuori classe per fare delle fotocopie.
“RIPRENDIMI COL TELEFONINO…”
Un compagno di scuola ha riferito all’insegnate che lo studente gli ha chiesto di riprenderlo con il telefonino mentre si lanciava. Ha cercato di dissuaderlo: “Cosa fai sei scemo?” gli ha detto, ed è corso ad avvertire l’insegnante. Nel frattempo l’altro si è lanciato. Dopo la caduta, lo studente è rimasto cosciente. Stando ad alcune testimonianze, sembra che il giovane, una volta caduto, si sia velocemente rialzato. Avrebbe compiuto una decina di metri a piedi per poi accasciarsi a terra. È intervenuto il personale del 118 che lo ha stabilizzato e lo ha portato in “codice giallo” all’ospedale. Sul fatto indaga la polizia.
BLUE WHALE FRA VERITA’ E FAKE NEWS
Dopo un primo momento in cui, nel mese di maggio scorso, in Italia l’attenzione al fenomeno del Blue Whale era mediaticamente esplosa grazie al servizio delle Iene, a firma di Matteo Viviani, ha cominciato a diffondersi la convinzione che i casi di vero e proprio Blue Whale non siano né facilmente identificabili né sempre ascrivibili a dei “curatori” online che, come burattinai in Rete, manovrano a distanza adolescenti fragili. Piuttosto, invece, in molti casi sembra si verifichino dei tentativi di emulazione, e si diffondano a volte vere e proprie fake news in proposito, specialmente sui social media. In ogni caso il Blue Whale esiste ed è molto pericoloso. Riassumiamo di seguito le regole che la Polizia di Stato indica ai genitori per sottrarre i giovanissimi al “gioco” criminale.
LE REGOLE PER I GENITORI
• Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno.
• Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno-veglia: alcuni passi prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4:20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste.
• Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla Balena Blu (Blue Whale) parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra ‘roba da ragazzi’ per i ragazzi sia determinante.
• Se vostro figlio/a vi racconta che c’è un compagno/a che partecipa alla sfida Balena Blue (Blue-Whale), non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale o alla scuola se non conoscete la famiglia; se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo/a in pericolo, recatevi presso un ufficio di Polizia o segnalate i fatti a:
– www.commissariatodips.it
– www.facebook.com/commissariatodips
– www.facebook.com/unavitadasocial
Photo credits: Twitter
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