Adesione totale allo sciopero di 24 ore degli operai contro gli esuberi e le condizioni poste dal nuovo investitore indiano pronto a rilevare l’Ilva. Presidi di lavoratori e sindacati sono in corso ai cancelli delle acciaierie. Incontro al ministero dello Sviluppo economico fra azienda e sindacati. E il Governo cerca di mediare.
AGGIORNAMENTO ORE 13:50 – Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha annullato tutto e l’azienda dovrà tornare al tavolo dopo un confronto con gli azionisti. I sindacati hanno spiegato che il ministro si è detto “pronto a mettere in campo tutto quanto nelle prerogative del governo per il rispetto degli impegni presi”. Lo stesso Calenda ha in prima persona chiarito che la posizione dell’ArcelorMittal per Ilva è irricevibile. “Abbiamo incontrato con il viceministro Bellanova l’azienda e abbiamo comunicato che l’apertura del tavolo in questi termini è irricevibile“, ha riferito ai giornalisti, “soprattutto per quanto concerne gli impegni sui livelli di stipendio e inquadramento (dei lavoratori) su cui c’era l’impegno dell’azienda a rispettare l’attuale situazione”.
Indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb, lo sciopero si svolge nel giorno del vertice al ministero dello Sviluppo economico in cui sarà discusso il piano dell’acquirente Am Investco (controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal). L’azienda pronta a rilevare l’Ilva ha confermato i 4 mila esuberi programmati, dei quali 3.300 nella sola Taranto. Ma sciopero, cortei e tensione non mancano anche negli altri stabilimenti Ilva: primi fra tutti Novi Ligure e Genova Cornigliano.
“OPERAI RI-ASSUNTI MA COL JOBS ACT”
Il governo ha garantito che non lascerà nessuno senza tutele, per i sindacati, invece, si parte da una base di confronto inaccettabile. A preoccupare sono soprattutto le condizioni che dovranno essere accettate dai lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco. Innanzitutto, fanno rilevare Fim, Fiom, Uilm e Usb, gli operai perderanno le garanzia dell’articolo 18 – cioè l’impossibilità di essere licenziati se non per giusta causa – perché saranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro varata dal Governo Renzi.
“VIA SCATTI DI ANZIANITA’ E ATTUALI RETRIBUZIONI”
Inoltre, così come evidenziato nel piano, non ci sarà alcuna “continuità rispetto al rapporto di lavoro” precedente “neanche in relazione al trattamento economico e all’anzianità“. Ora toccherà ai sindacati trattare per riuscire a mantenere i livelli retributivi.
RICHIESTE SINDACALI E POSIZIONE DEL GOVERNO
E all’incontro al Mise (Ministero dello sviluppo economico) sarà chiesto all’azienda di rivedere i numeri degli esuberi, oggi quantificati in 4 mila sui 14.200 addetti totali del gruppo Ilva – 3.330 in eccedenza a Taranto -, e le modalità di assunzione del personale da parte della società Am Investco Italy partecipata non solo da Arcelor Mittal ma anche dal gruppo italiano Marcegaglia, che fa capo alla ex presidente di Confindustria e oggi presidente dell’Eni, Emma Marcegaglia. Sebbene Fiom Cgil e Uilm, i sindacati più forti fra i metalmeccanici, abbiamo dichiarato che mancano le reali condizioni per trattare con la mediazione del Governo, la viceministra dello sviluppo economico Teresa Bellanova, spinge comunque le parti a sedersi al tavolo e a costruire nella trattativa un percorso che possa condurre all’accordo.
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