Ennesima notizia negativa per la famiglia di Stefano Cucchi, il trentenne morto a Roma nel 2009 durante la custodia cautelare. La sorella su Facebook non ci sta e pretende che la giustizia faccia il suo corso.
Continua a lottare la sorella di Stefano Cucchi, il trentenne morto a Roma mentre si trovava in custodia cautelare dopo essere stato fermato, il 15 ottobre del 2009, dai Carabinieri per essere in possesso di hashish e cocaina. Ilaria non molla la presa e vuole che venga fatta giustizia per il fratello: “Io e la mia famiglia ci sentiamo presi in giro. La Giustizia non può funzionare in questo modo“, scrive la donna su Facebook riferendosi al possibile slittamento del processo per i 5 Carabinieri coinvolti nell’inchiesta bis sulla morte di Stefano, fissata per il 13 ottobre 2017.
”Ho appena letto un post di Roberto Saviano sulla lentezza della Giustizia in Italia. Il 10 luglio scorso il Gip di Roma ha rinviato a giudizio i 5 Carabinieri per la morte di mio fratello Stefano Cucchi. Ha fissato l’inizio del processo in Corte d’Assise per il 13 ottobre“, continua Ilaria Cucchi sulla sua pagina Facebook: “Mancano pochi giorni all’udienza. Ora apprendo dai giornalisti che sarebbe stato detto loro dalla cancelleria della Corte d’Assise di Roma che il mio processo non si terrà perché assegnato alla stessa presidente dott.ssa Canale del primo processo la quale, ovviamente, si dovrà astenere con ulteriore slittamento di un dibattimento che avrebbe dovuto iniziare 8 anni fa”. La sorella di Stefano Cucchi si sfoga nel post, mostrandosi agguerrita come sempre: “Sono passati ben tre mesi dal rinvio a giudizio – continua Ilaria Cucchi – Gravissimi reati contestati agli imputati come calunnia e falsa testimonianza rischiano la prescrizione. Sembra che alla Giustizia non interessi nulla. È noto che i Carabinieri imputati, Mandolini in testa, contano sulla prescrizione. Era proprio necessario far passare inutilmente questi mesi senza fare nulla per sostituire quel Giudice incompatibile?”.
Una morte che non trova pace quella di Stefano Cucchi. Il ragazzo al momento della detenzione preventiva non mostrava alcun danno fisico ma, inspiegabilmente, già il giorno dopo, quando è stato processato per direttissima, aveva difficoltà a camminare e a parlare, presentando evidenti ematomi agli occhi. Dopo l’udienza, in cui il giudice ha disposto la custodia cautelare presso il carcere di Regina Coeli, le condizioni di Cucchi peggioravano drasticamente: il giovane morirà il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma mostrando diverse lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso, all’addome e al torace, incluse due fratture alla colonna vertebrale.
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