È morto il 28 settembre, all’ospedale San Gerardo di Monza, dove era ricoverato nel reparto di terapia intensiva e rianimazione, un ragazzino di tredici anni colpito da meningococco di tipo C. Frequentava un Istituto tecnico di Abbiategrasso.
L’allarme è scattato quando i test hanno confermato che il ragazzo, Mirko Piraino, di Robecco sul Naviglio, in provincia di Milano, aveva contratto la meningite: immediatamente la sua famiglia è stata sottoposta a profilassi così come 19 amici più stretti. E saranno sottoposti alla profilassi antibiotica anche i compagni di classe di prima all’Istituto tecnico industriale Alessandrini di Abbiategrasso, e i professori al presidio Ats di Abbiategrasso, che si trova a pochi metri dalla scuola.
Secondo quanto riporta Il Giorno, nel corso di una riunione fra i genitori degli studenti con la dirigente scolastica Alba Arcidiacono, la dottoressa Danila Caso, dell’Ats Milano, ha rassicurato: “Non esiste pericolo nell’Istituto Alessandrini o i altre scuole di Abbiategrasso“. Quest’anno nel territorio dell’Asst Ovest Milanese quello del giovane Mirko è stato il secondo caso di meningite; il primo era stato rilevato a gennaio. Numeri, stando a quanto ha spiegato la dottoressa Caso, persino al di sotto della media nazionale.
“Il meningococco si trasmette attraverso le secrezioni da naso e gola – ha sottolineato la dottoressa -. Di norma non causa la malattia, ma in alcuni casi può diventare aggressivo e provocare meningite o sepsi. I sintomi all’inizio sono banali e possono essere ricondotti a un malanno di stagione: febbre, mal di gola e malessere. Bisogna approfondire solo se la febbre non cala con le normali medicine o se compare un mal di testa molto intenso. In quel caso è meglio chiedere al medico di fiducia”.
Sul sito dell’Istituto tecnico industriale Alessandrini di Abbiategrasso, la scuola di Mirko, è presente un comunicato informativo con i recapiti telefonici dell’Ats per avere qualsiasi chiarimento. Per i prossimi sei giorni la sorveglianza resterà comunque alta, come da prassi. La malattia ha un’incubazione molto breve, in media 3-4 giorni, quelli che sono già trascorsi dall’ultimo giorno in cui il ragazzo aveva frequentato le lezioni, martedì scorso 26 settembre.
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