Sequestrato un sacchetto di plastica al cui interno sono stati rinvenuti ossa di cranio: potrebbero appartenere a Marilena Rosa Re, la donna decapitata dall’ex vicino di casa, reo confesso, Vito Clericò.
Un ritrovamento macabro quello avvenuto nel pomeriggio inoltrato di lunedì 25 settembre, in un’area campestre di Garbagnate Milanese, per opera dei Carabinieri del comando provinciale di Varese. I militari dell’Arma, nel corso di alcuni accertamenti finalizzati proprio al reperimento di ulteriori elementi investigativi nell’indagine sull’omicidio di Marilena Rosa Re, hanno trovato un sacchetto contenente resti di ossa di cranio. I reperti sono stati subito sequestrati, grazie al decreto del pm di Busto Arsizio, e prelevati per essere analizzati dal personale del Laboratorio di antropologia ed odontologia forense (Labanof) di Milano.
Il cranio rinvenuto potrebbe quindi essere quello di Marilena Rosa Re, la 58enne promoter di Castellanza, in provincia di Varese, uccisa e decapitata dall’ex vicino di casa, reo confesso, Vito Clericò. Il 64enne, pensionato ed ex dipendente Esselunga, ha confessato di aver ucciso la donna e di averla decapitata con gli attrezzi da giardinaggio, usati per il proprio orto. Gli strumenti con il quale il pensionato ha decapitato Marilena non sono ancora stati trovati. L’uomo ha indicato agli inquirenti il luogo in cui ha seppellito il corpo della donna ma, in preda ad uno stato confusionale, non ha mai indicato dove si trovava la testa della vittima: “Non ricordo, l’ho buttato in un cassonetto, non so quale”.
Saranno quindi gli esami scientifici a confermare o meno se il cranio ritrovato è quello di Marilena Rosa Re. È stato nuovamente l’assassino ad indirizzare gli inquirenti nel luogo “giusto”, ma questa volta in maniera involontaria. Vito Clericò, dopo aver detto di non ricordare in quale cassonetto avesse gettato la testa della donna, ha confidato ai familiari il punto esatto in un colloquio intercettato dagli inquirenti. I rilievi a Garbagnate Milanese, come riporta Il Giorno, non sono terminati. È stato nominato un archeologo dalla Procura di Busto Arsizio che nella mattinata del 26 settembre si recherà nell’orto degli orrori in cerca di nuovi elementi per chiarire come è stata uccisa la donna.
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