“Le donne non possono guidare perché hanno un quarto di cervello e chi darebbe la patente a una persona con un quarto di cervello?” Così, in maniera del tutto surreale eppure, purtroppo, è accaduto davvero, uno sceicco dell’Arabia Saudita – Saad Al Hajry, presidente del Consiglio della fatwa della provincia di Asir, nel sud del Paese – ha tentato di rilanciare una battaglia retrograda che perfino nel grande Paese arabo appare oggi in minoranza: evitare in tutti i modi che le donne possano guidare l’auto.
L’Arabia Saudita è l’unico Paese al mondo che non permette alle donne di guidare la macchina, e durante un incontro pubblico (riservato a un uditorio maschile) Al Hajry ha così argomentato: “Le autorità darebbero la patente a un uomo che dimostra di avere solo metà cervello?”. I presenti hanno risposto con un deciso no. Il religioso ha concluso: “E perché mai dovrebbe darla alla donna che ne ha solo un quarto. Ovviamente non è colpa sua, ma è un aspetto fisiologico”.
Le parole dello sceicco, profondamente offensive per le donne e per il senso comune, e completamente fuori dalla realtà, hanno provocato una durissima reazione – non solo fra le donne – sui social media arabi, dove la campagna per la guida alle saudite è fra le più popolari di sempre: il video del religioso è stato condiviso e commentato sarcasticamente da migliaia di persone su Twitter. In molte hanno ricordato l’altro argomento “medicale” contro la guida alle donne, all’origine di un video diventato famoso in tutto il mondo un paio di anni fa: le donne non possono guidare perché questo danneggerebbe il loro sistema riproduttivo.
Ma la realtà è che le parole di Al Hajry sono ormai destinate a non avere successo: fra poco meno di un mese la Shura, organo consultivo della monarchia, discuterà la proposta di concedere alle donne sopra ai 40 anni la patente. Bontà loro, viene da dire. Qualche settimana fa una donna si è travestita da uomo per guidare: è stata sì fermata dalla polizia, ma non ha vissuto le settimane di isolamento e detenzione che solo due anni fa erano comuni. Piccoli passi in avanti, che però indicano una tendenza al cambiamento di assurde regole completamente prive di significato.
Photo credits: Twitter, Facebook
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