Ore drammatiche in Catalogna dopo l’arresto, ieri 20 settembre, di 17 esponenti del governo catalano e il sequestro di milioni di schede elettorali del referendum sull’indipendenza dalla Spagna atteso per domenica 1 ottobre. Il governo di Madrid appare inflessibile. In Europa sale l’apprensione. E a Barcellona le manifestazioni continuano, al grido “Via le bandiere spagnole!”. Il video di un manifestante, Ferran Jolis 1 d’Oct / @FerranJolis
Migliaia di persone protestano per le strade e, questa notte, una folla ha assediato per ore nella sede del ministero catalano per l’Economia gli agenti della Guardia Civil inviati per una perquisizione degli uffici. Secondo quanto riporta il quotidiano El Pais, sono stati i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, a “salvare” i colleghi della polizia nazionale, formando un cordone che ha permesso a molti di loro di lasciare in sicurezza l’edificio governativo.
IN 40 MILA ASSEDIANO I POLIZIOTTI
Sulla Rambla, il centralissimo viale che conduce al porto antico, all’angolo tra la Rambla Catalunya e la Gran Via, dove si trova il ministero dell’Economia della Generalitat, ossia il governo catalano, in tantissimi sono rimasti assiepati per ore. A un certo punto si contavano fino a 40 mila persone sul posto, nonostante la richiesta degli stessi leader dell’Assemblea Nazionale Catalana ad abbandonare la protesta. I manifestanti hanno continuato a bloccare l’accesso al ministero fino a quando non è stato aperto un varco per far uscire in maniera sicura gli agenti della Guardia Civil rimasti intrappolati all’interno.
DOMENICA 1 OTTOBRE: IL GIORNO DELLA VERITA’
L’operazione è durata diverse ore, ieri sera, e, dopo i primi scontri, ci sono stati anche feriti. Alcuni manifestanti hanno lanciato oggetti contro i Mossos e tre auto della Guardia Civil che erano parcheggiate nei pressi sono state danneggiate. Intorno all’una e trenta di notte, gli agenti sono riusciti ad allontanare i manifestanti e alcuni funzionari. In una dichiarazione alla stampa, il presidente della Generalitat di Catalogna, Carles Puigdemont, aveva detto che il governo spagnolo “ha oltrepassato la linea rossa” e “si è convertito in una vergogna antidemocratica”. Puigdemont ha confermato poi che il 1 ottobre il referendum sull’indipendenza catalana si farà. Madrid invece considera illegale il referendum e in nome di questo ha fatto scattare ieri gli arresti e i sequestri delle schede elettorali già pronte per il voto del 1 ottobre. Con il solo risultato, al momento, di far impennare la tensione in tutta la Catalogna fino all’inverosimile.
Photo credits: Twitter; video credits: Twitter / Ferran Jolis 1 d’Oct / @FerranJolis
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