Le intercettazioni dell’amica di Martina Rossi, precipitata dall’albergo a Palma de Maiorca nel 2011, saranno trascritte per integrare la perizia a disposizione del giudice. Verranno inoltre ascoltate le registrazioni della telecamera sistemata nella stanza dove i due indagati attendevano di essere interrogati.
La Procura di Arezzo è convinta che Martina Rossi, la ragazza morta nel 2011 a Palma de Maiorca, non si è gettata di sua spontanea volontà dal balcone della camera dell’hotel in cui si trovava in vacanza. Per gli inquirenti la giovane genovese è caduta nel tentativo di sfuggire ad uno stupro. Proprio per questo motivo la Procura ha chiesto i rinvio a giudizio per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due giovani di Castiglion Fibocchi sospettati di aver tentato di violentare la giovane ragazza. Ora la decisione spetta al Gup che dovrà esprimersi sul rinvio a giudizio dei due giovani a inizio ottobre. Per il momento sono stati disposti ulteriori approfondimenti sulla vicenda.
Il Gup Piergiorgio Ponticelli, tra gli approfondimenti, ha deciso che vengano trascritte le intercettazioni di una delle due giovani in vacanza con Martina Rossi, così da integrare la perizia a disposizione del giudice. Si tratta di un paio di chiamate in cui l’amica, dopo la morte della ragazza genovese, ha iniziato a simpatizzare per il gruppo di ragazzi, di cui facevano parte i due indagati. La prima telefonata risale al 30 dicembre 2011 e, come riporta La Nazione, l’amica Isabella afferma che tutto sarebbe più facile se ci si convincesse che Martina ha fatto tutto di sua volontà. La seconda, del 20 gennaio 2012, Isabella afferma che a Martina avrebbe fatto bene ricorrere a uno psicologo. Contemporaneamente è stato disposto, su richiesta dei legali della difesa, che il perito Daniela Bordet ascolti le intercettazioni relative ai due ragazzi, anche quelle delle registrazioni audio della telecamera sistemata nella stanza dove i due attendeva di essere ascoltati in merito alla morte della ragazza genovese. In precedenza, dallo stesso perito, erano state ascoltate quelle delle cimici ma i legali dei due hanno ritenuto importante anche quelle delle telecamere. Tutto il materiale sarà poi consegnato in aula il 22 settembre.
Le autorità spagnole in merito alla morte di Martina Rossi, avvenuta il 3 agosto del 2011, archiviarono il caso in fretta come suicidio ma tale ipotesi non ha mai convinto la Procura di Arezzo. Il procuratore capo Roberto Rossi vuole vederci chiaro sulla morte della ventenne. Il papà di Martina, che da sempre con la sua famiglia chiede che venga fatta chiarezza sulla morte della ragazza, è convinto che sua figlia non si è suicidata. Per lui Martina è stata vittima di tanta cattiveria e meschinità.
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