I genitori di Yara Gambirasio voglio voltare pagina e lasciarsi alle spalle la tragica morte della figlia, senza però dimenticarla. Una voglia che li ha spinti a prendere una decisione dura e importante.
Una decisione netta quella presa dai genitori di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra trovata priva di vita nel 2010 e della cui morte è stato condannato Massimo Giuseppe Bossetti. Dopo anni di dolore Fulvio e Maura Gambirasio vogliono voltare pagina, senza però dimenticare la loro figlia. Proprio per questo motivo hanno deciso di fondare una onlus per portare avanti la passione di Yara, lo sport. “La passione di Yara“, questo il nome dell’associazione, si impegna quotidianamente nel seguire e supportare i bambini nei loro percorsi e nelle loro passioni sportive, artistiche e culturali.
Così ricordano Yara i genitori dell’adolescente. Fulvio Gambirasio, alla presentazione del torneo di calcio dei pulcini promossa dall’associazione che porta il nome di sua figlia, ha dichiarato: “Non seguo più le vicende giudiziarie. Cosa mi cambia? Mi ridà mia figlia? No. E allora? ‘La passione di Yara’ è qualcosa che ci fa stare bene. La nostra non è una missione. Sono credente. È la Provvidenza che sta lavorando in questo senso. Ci aiuta. Altrimenti, non riesco a immaginare come avremmo trascorso questi ultimi tre anni”. Il padre di Yara Gambirasio ha poi concluso: “In questo momento il messaggio che vogliamo mandare, ai nostri figli per primi, e a tutti i ragazzi, è quello che la vita va avanti. E lo stesso fanno i genitori che collaborano con noi. Collaboriamo per portare avanti il livello di cultura dei giovani e vedere cosa riusciranno a fare in futuro. La legge è la legge. Segue il suo percorso. Noi seguiamo il nostro“.
Anche la mamma di Yara, Maura Gambirasio, è intervenuta in merito all’associazione a nome della figlia che, oltre a fare del bene alla famiglia stessa, aiuta i più piccoli nelle loro passioni. “In questi bambini – ha dichiarato la signora Gambirasio – c’è un sorriso che ci ritorna. Abbiamo delle soddisfazioni. Come l’ incontro con un ragazzo che abbiamo aiutato per uno stage di danza a Trento. Una storia alla Billy Elliot. In più, aveva avuto problemi per il bullismo. Ci ha ringraziato. Siamo sulla strada giusta. È la nostra strada. Per noi, l’unica“.
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