Il gip che si occupa dell’omicidio di Giuseppe Galvagno, dopo gli interrogatori di garanzia dei cinque buttafuori imputati del brutale pestaggio, ha confermato l’arresto per tre degli indagati.
Una rissa finita in tragedia, è questa la tesi sostenuta dai cinque bodyguard della discoteca San Salvador, del quartiere Eur di Roma. Una linea di difesa comune sostenuta da tutti gli addetti della sicurezza del locale, accusati del brutale pestaggio nei confronti di Giuseppe Galvagno, l’imprenditore morto nel parcheggio attiguo al locale nella notte tra il 2 e il 3 settembre. Gli uomini della sicurezza, tutti italiani con un’età compresa tra i 32 e i 44 anni, durante l’interrogatorio di garanzia tenuto davanti al gip Maddalena Cipriani hanno cercato di spiegare, nelle quattro e lunghe ore di colloquio, la dinamica dei fatti, chiarendo i propri ruoli nella vicenda. I bodyguard hanno sostenuto di non aver sferrato calci al volto della vittima, escludendo le tesi sostenute da alcuni testimoni.
Alcuni degli uomini della sicurezza del San Salvador hanno sostenuto di essere estranei al pestaggio e di non averne preso parte. Tra questi vi è anche Fabio B., il buttafuori accusato da un testimone di aver sferrato un calcio alla testa di Giuseppe Galvagno come se stesse tirando un rigore, che ha affermato di non trovarsi nemmeno nel parcheggio. “Non c’entro niente, mi trovavo all’ingresso del locale assicurandomi che Galvagno non rientrasse all’interno”, ha raccontato il buttafuori al magistrato, precisando di aver tentato di calmare il cliente. I legali degli addetti alla sicurezza hanno depositato, dopo gli interrogatori, la richiesta di scarcerazione con la concessione degli arresti domiciliari per gli indagati.
L’autopsia sul corpo dell’uomo ha riscontrato la morte per emorragia cerebrale, causata da calci e pugni sferrati nei confronti della vittima. Il gip, dopo aver ascoltato i cinque bodyguard e aver appreso i risultati dell’autopsia, ha convalidato l’arresto effettuato dal pubblico ministero Eleonora Fini per tre degli imputati. Gli altri due verranno invece scarcerati come richiesto dai difensori. Nel frattempo sulla discoteca dell’Eur sono stati posti i sigilli per un tempo di 90 giorni dal Questore di Roma.
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