Il paese di Mortara, in provincia di Pavia, è sotto shock. Una colonna di fumo nero, visibile a decine di chilometri di distanza, si è alzata dalle prime ore di oggi 6 settembre a causa di un vasto incendio che sta bruciando da ore i rifiuti all’interno di una ditta di smaltimento. Si teme la diossina, il sindaco: “Non uscite di casa”.
Il sindaco e i suoi colleghi dei paesi limitrofi hanno emesso ordinanze per dire ai cittadini di restare in casa, tenere le finestre chiuse e non raccogliere né consumare i prodotti dell’orto, perché – ha spiegato il prefetto di Pavia, Attilio Visconti, arrivato sul posto – “sta bruciando di tutto, comprese gomma e plastica, e c’è il rischio che si sviluppi diossina“.
L’incendio, di grosse dimensioni, è scoppiato intorno alle 6.30 nella zona industriale, alla ditta Eredi Bertè, in via Fermi, che si occupa di smaltire rifiuti speciali (in piccola parte anche pericolosi), gomma, plastica, metalli e scarti di ogni tipo. Lo ha sottolineato anche il prefetto Visconti: “Le notizie che sto raccogliendo non sono troppo confortanti”. Secondo le prime testimonianze dei vigili del fuoco, infatti, sono andati a fuoco sia rifiuti speciali che residui di alluminio e un gran numero di copertoni. Per questo l’Ats, attraverso il sindaco Marco Facchinotti, ha consigliato alla popolazione di non uscire di casa, di tenere le finestre chiuse e di non raccogliere i prodotti dell’orto.
Sul posto sono al lavoro 12 squadre di vigili del fuoco giunte da Vigevano, Pavia, dai distaccamenti volontari di Mortara, Mede, Garlasco e Robbio, e anche da Milano. Le operazioni di spegnimento dureranno certamente molte ore, anche perché sono rallentate da problemi di approvvigionamento idrico: sul posto gli idranti sono pochissimi e la pressione delle tubazioni è bassa. Le autobotti stanno facendo la spola con quattro punti diversi di Mortara e anche con alcuni paesi limitrofi per fare rifornimento. Le cause dell’incendio sono ancora da chiarire. Proprio oggi nell’azienda era prevista la visita ispettiva semestrale dell’Arpa.
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