Parla Salvatore, fratello di Gianluca Di Gioia, il turista italiano avvelenato e rapinato nel Laos. Il 36enne di Venegono Inferiore è in coma al Bangkok Hospital di Udon Thani, in Thailandia, dove lotta tra la vita e la morte dopo essere stato aggredito. Amici e parenti hanno lanciato un appello su Facebook.
Salvatore Di Gioia, il fratello di Gianluca, il turista italiano avvelenato e rapinato nel Laos e ora in coma al Bangkok Hospital di Udon Thani (Thailandia), ha voluto lanciare un appello nel corso di un’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’: “Voglio dire una cosa molto importante: riportiamo a casa Gianluca. Ho fiducia nelle istituzioni“.
Ecco la sua ricostruzione della vicenda che ha riguardato Gianluca Di Gioia: “Soltanto lui sa davvero come sono andate le cose, ma ora purtroppo non può raccontarcele. Nel tardo pomeriggio del 24 agosto i carabinieri di Tradate ci hanno comunicato che mio fratello si trovava in condizioni gravi per un edema polmonare. Ho chiamato il numero d’emergenza dell’ambasciata e loro ci hanno consigliato di trasferirlo da Vientiane, capitale del Laos, in Thailandia. (…) Ho fatto subito un bonifico perché se non avessimo pagato l’ospedale di Vientiane e l’ambulanza che lo andava prendere, più almeno due giorni di degenza presso l’ospedale di Udon Thani, non si sarebbero mai mossi. Martedì 29 agosto io e mia madre siamo partiti da Malpensa e arrivati a Bangkok. Abbiamo avuto un colloquio con il segretario dell’ambasciata, che tra le altre cose ci ha aiutato a prenotare il volo fino a Udon Thani”.
Prosegue Salvatore, il fratello di Gianluca Di Gioia: “Il suo caro amico Luca ha aperto una pagina Facebook. Questi soldi servono per riportarlo a casa e per le cure mediche nell’ospedale thailandese. Al giorno costa 2.000-2.500 euro, esclusi eventuali extra. Gianluca è in coma. Ha picchiato fortemente la testa, dopo essere caduto a terra. Quel giorno pioveva, ha preso freddo. È stato lasciato sotto la pioggia, tutto bagnato e soccorso dopo molte ore. Si è preso una polmonite e un edema polmonare. I dottori dicono che ci sono dei micro miglioramenti, hanno provveduto a dargli un farmaco per il risveglio, ma non possono dargliene più per non peggiorare la sua situazione. I medici ci hanno detto che è stato avvelenato. Rapinato? Sì, mancano carta di credito, soldi e il cellulare. Ci tengo a precisarlo: non è stato assolutamente picchiato, non ci sono segni di lesione. Non è stato malmenato, è solo stato avvelenato”.
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