Secondo la perizia Emanuele Morganti, il giovane picchiato a sangue fuori ad una discoteca di Alatri, è morto a causa dell’urto violento della testa contro un ostacolo fisso.
Sono stati resi noti i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo di Emanuele Morganti, il ventenne di Tecchiena pestato a morte da un gruppo di persone fuori la discoteca Mirò Music Club, nel centro di Alatri, nella notte tra il 24 e il 25 marzo 2017. Il colpo di grazia, stando ai risultati della perizia, sarebbe l’urto violento del capo contro un ostacolo fisso, ciò riconduce la morte a due momenti in particolare: o all’urto contro l’auto in sosta su cui venne sbattuto il giovane o al pestaggio con un manganello. Due le possibilità sulle quali la Procura di Frosinone dovrà quindi indagare per scoprire cosa è avvenuto quella tragica sera quando Emanuele, a causa di un diverbio, è stato portato a forza all’esterno del locale dalla sicurezza e successivamente aggredito da un nutrito gruppo di persone.
La morte per il giovane è avvenuta a causa della grave emorragia celebrale dovuta ad una frattura cranica nella regione fronto-parietale sinistra. Secondo il consulente tecnico Saverio Potenza, incaricato dal pm Giuseppe De Falco di far luce sulle cause della morte di Emanuele Morganti, la lesione va ricondotta a un: “Mezzo di natura contusiva di forma allungata e a superficie relativamente ampia”. Tale lesione, per il perito, è: “Pienamente compatibile con un urto violento del capo contro un ostacolo fisso e rigido, come il montante traverso di uno sportello chiuso di un’autovettura su cui il soggetto, cadendo pesantemente, possa aver battuto con il capo”. Ciò fa pensare agli inquirenti al momento in cui Emanuele venne messo alle strette vicino alla Skoda parcheggiata nella piazza Regina Margherita, oppure al colpo dato alla testa del giovane presumibilmente con un manganello o con un bastone. Nella parte posteriore del capo del giovane di Tecchiena sono state rinvenute delle lesioni perfettamente compatibili con i pugni sferrati alle spalle del ragazzo durante la colluttazione. Le ferite alle braccia per il consulente sono da interpretare come i chiari tentativi di immobilizzare Emanuele da parte di terze persone.
A breve potrebbe quindi esserci la chiusura delle indagini preliminari. I difensori degli 8 indagati, di cui tre detenuti con l’accusa di omicidio, hanno appreso i risultati dell’autopsia ed ora valuteranno le varie strategie. Non ci resta che attendere la conclusione delle indagini e l’inizio del processo con il quale, si spera, si ottenga giustizia per la morte di Emanuele Morganti.
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