Cronaca

Testimonianza chiave per la violenza di Rimini: “Ho visto in faccia gli stupratori”

Pubblicato da
Martina Immi

Nuovi inquietanti particolari continuano ad emergere sul tragico evento della violenza accaduta a Rimini ai danni di una turista polacca. Gli aggressori, prima di aggredire la coppia di turisti, hanno stuprato un trans peruviano: da lei arriva la testimonianza chiave per incastrare il branco.

Nella notte tra il 25 e il 26 agosto una coppia di turisti polacchi è stata vittima di una brutale aggressione: lui è stato picchiato e poi derubato, lei è stata violentata. Gli autori del terribile gesto non sono ancora stati identificati, ma grazie alle telecamere di sicurezza, il campo si è ristretto a una quindicina di persone. La polizia sta continuando le indagini per arrestare al più presto i responsabili della violenza e una nuova testimonianza chiave potrebbe accelerare l’arresto.

Sembra infatti che la violenza del branco non sia cominciata con la giovane coppia ma sia stata preceduta da una tentata aggressione ai danni di una coppia di Varese e uno stupro a una transessuale peruviana. Proprio la testimonianza della donna potrebbe essere la chiave di volta per identificare i colpevoli: “Ho visto in faccia gli stupratori di Rimini“, ha dichiarato agli inquirenti. “Erano brutali, ma ho cercato di mantenere la calma. Mi hanno sorpreso alle spalle strappandomi la borsa. Poi mi hanno trascinato dall’altra parte della strada, e ho perso le scarpe tagliandomi i piedi sulla strada”, continua la dichiarazione. La transessuale ha inoltre fornito una descrizione dettagliata degli aggressori: gli uomini sarebbero 4, due con la pelle più chiara e due con la carnagione scura.

Anche la coppia di Varese ha potuto fornire altri particolari alla polizia: “Appena imboccata la strada che porta al mare abbiamo notato due soggetti che ci seguivano in maniera sospetta. Ci siamo divisi e io ho iniziato a correre… Uno di questi è venuto da me e io ho iniziato a gridare aiuto ma l’uomo, minacciandomi con una bottiglia di vetro, mi ha costretto contro un muro e ha iniziato a palpeggiarmi su tutto il corpo. Io continuavo a urlare e così lui ha smesso perché stavo attirando l’attenzione dei residenti”. Per il momento non è chiaro se le due aggressioni possano essere ricondotte alle stesse persone, infatti solo due delle persone coincidono. Tuttavia permettono agli inquirenti di restringere almeno il campo.

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