Tensione all’alba e scontri nel cuore di Roma. Un centinaio di migranti, che erano stati costretti a lasciare un palazzo occupato di via Curtatone, sono stati sgomberati dai giardini di piazza Indipendenza dove si erano accampati da 5 giorni in attesa di soluzioni abitative adeguate. Gli agenti hanno sparato gli idranti. I profughi hanno lanciato sassi, bottiglie e bombole. Due le persone fermate. Il Comune aveva offerto posti letto in zona Torre Maura e Boccea, ma la soluzione offerta sarebbe stata rifiutata.
LA VERSIONE DELLA POLIZIA
Secondo la Questura “l’intervento si è reso urgente e necessario dopo il rifiuto di accettare una sistemazione alloggiativa offerta dal Comune di Roma, ma soprattutto per le informazioni di alto rischio pervenute, inerenti il possesso da parte degli occupanti di bombole di gas e bottiglie incendiarie. Le forze dell’ordine sono state aggredite con lancio di sassi e bottiglie e l’intervento con gli idranti ha impedito che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili”.
IL RACCONTO DEI MIGRANTI
C’erano molte donne tra i migranti, riporta TgCom24, e queste si sono inginocchiate per terra con le braccia alzate. Una di loro è caduta, colpita dal getto dell’acqua. Una delle donne sgomberate racconta: “Siamo stati svegliati con l’acqua degli idranti. Hanno preso alcune di noi per i capelli colpendole con i manganelli. È assurdo: siamo rifugiati politici, abbiamo i documenti in regola”. Un’altra aggiunge che una sua compagna “è stata colpita con un manganello e sta andando in ospedale. Anch’io ho dei segni sul fianco. Non è giusto. Abbiamo dormito per strada per cinque notti. Vogliamo solo una casa. Questo è uno stato accogliente? No, è un Paese fascista”.
LO SGOMBERO DI CINECITTA’
Lo scorso 10 agosto – esattamente due settimane fa – la polizia aveva sgomberato un palazzone ex Inps occupato da un anno a via Quintavalle in zona Cinecittà. Da oltre un mese cento famiglie, con molti bambini piccoli, vivevano senza più la luce nello stabile occupato, dopo la decisione di Acea di staccare la corrente. Gli occupanti resistettero per ore, asserragliati sul tetto, prima che i poliziotti riuscissero a forzare la mano a suon di manganellate. Ore di trattative per convincere le famiglie a scendere: ma nessun amministratore pubblico si recò sul posto. Assente anche la Sala operativa sociale del Comune.
Photo credits: Twitter, video credits: Twitter / Local Team
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