La politica italiana, disperatamente alla ricerca di consensi elettorali in vista delle prossime scadenze (elezioni regionali in Sicilia a novembre, elezioni politiche generali a primavera 2018) ingaggia un battaglia sulle parole del pontefice nella Giornata del Migrante 2018, piegandole al dibattito in corso sullo Ius soli. E Salvini fa la morale al Papa (professandosi, naturalmente, cattolico).
“Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita. La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale”.
Così, oggi 21 agosto, papa Francesco, che ha sottolineato questo aspetto nel Messaggio per la Giornata del Migrante 2018. E in Italia la politica ha ricondotto le parole del pontefice al tema dello ius soli, di cui ieri il premier Paolo Gentiloni ha parlato al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.
Questa sottolineatura del pontefice, all’indomani delle parole del premier, da sempre favorevole allo ius soli per i bambini di origine straniera ma nati in Italia da genitori immigrati ormai inseriti nella nostra società – quindi alla concessione della cittadinanza italiana a bimbi figli di immigrati in grado di presentare tutta una serie di garanzie – si divide tra richieste di accelerazione al governo e critiche.
Tra gli interventi contrari quello, scontato, del segretario della Lega Matteo Salvini: “Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l’Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare”.
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