Resta altissima la tensione tra Pyongyang e Washington, impegnate in uno scontro verbale durissimo, con minacce ed avvertimenti reciproci. E Trump alza la voce anche contro il Venezuela del dittatore Maduro: “Non escludo un’azione militare”.
L’ultimo atto del braccio di ferro tra Corea del Nord e Stati Uniti è un’affermazione durissima che Kim Jong-Un ha affidato all’agenzia ufficiale del Paese, la KCNA: “Il presidente Trump ci sta portando sull’orlo di una guerra nucleare, vi spazzeremo via – si legge nel testo diffuso dai media Usa – vi cancelleremo dalla faccia della terra. Il comportamento isterico e imprudente di Trump potrebbe ridurre gli Usa in cenere in ogni momento”. La crisi è stata al centro di una conversazione telefonica tra il presidente americano Donald Trump e quello cinese, Xi Jinping: ne è emerso l’impegno di entrambi a collaborare per allentare la tensione.
PERCHE’ LA SITUAZIONE FRA COREA E USA È PRECIPITATA
E se da un lato il presidente della Cina esorta tutte le parti coinvolte alla moderazione,. dal’altro il suo omologo statunitense rincara la dose: “Siamo pronti a colpire se la Corea del Nord ci provoca” è il tweet che appare sull’account ufficiale di “The Donald”. La situazione è precipitata dopo che due giorni fa il governo di Pyongyang ha fatto trapelare di essere pronta ad attaccare l’isola di Guam – una porzione di terra in mezzo al mare strategica per lo scacchiere mondiale – dopo che il presidente Donald Trump aveva minacciato “fuoco e fiamme” contro i test della Corea del Nord. L’ultimo lancio è avvenuto il 28 luglio scorso, quando un missile ha raggiunto l’altitudine di 3.725 chilometri e ne ha percorsi 998, per circa 47 minuti, prima di cadere nel Mar del Giappone.
TRUMP RIFIUTA COLLOQUIO CON MADURO PER IL VENEZUELA
Come se tutto ciò non bastasse, e malgrado gli inviti a stemperare le tensioni che arrivano anche dall’Unione europea e dalla cancelliera tedesca Merkel, Donald Trump se la prende anche con il Venezuela del riconfermato – per i suoi detrattori è un dittatore – Nicolas Maduro. Come è noto le elezioni svoltesi da pochi giorni nel grande paese latinoamericano (uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo) sono finite nel sangue con durissime repressioni da parte del regime. E gli Stati Uniti avevano alzato la voce. Ora Maduro si è detto disponibile ad incontrare Donald Trump in occasione dell’Assemblea Generale dell’Onu a settembre, ma il tycoon-presidente ha rifiutato un colloquio telefonico. Motivo: parleremo – ha fatto sapere la Casa Bianca – solo “quando sarà ripristinata la democrazia”.
“NON È ESCLUSO UN INTERVENTO MILITARE”
“Trump – aggiunge la Casa Bianca – ha chiesto a Maduro il rispetto della Costituzione, elezioni libere ed eque, la liberazione dei prigionieri politici e la cessazione delle violazioni dei diritti umani. Al contrario, Maduro ha scelto la via della dittatura”. E il presidente degli Stati Uniti ha anche detto che non esclude una “opzione militare”.
Photo credits: Twitter, Facebook
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