Mentre in Italia si dibatte sui migranti che arrivano sui barconi dalla Libia, e se accoglierli oppure respingerli, al largo della costa dello Yemen, nella penisola arabica, decine e decine di bambini e ragazzi adolescenti somali ed etiopi sono stati affogati, ieri 9 agosto, dai trafficanti di uomini. Identica situazione si è verificata oggi 10 agosto.
AGGIORNAMENTO ORE 15:26 – Oggi 10 agosto un secondo episodio, nell’arco di appena 24 ore: almeno 5 migranti sono morti e altri 50 risultano dispersi dopo che un gruppo di 180 persone è stato costretto a lanciarsi in mare di fronte alle coste dello Yemen. Un centinaio i sopravvissuti, tra i quali 25 soccorsi dai medici nella provincia di Shebua, di fronte al golfo di Aden.
Lo afferma l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim). Sarebbero almeno 50 i migranti adolescenti somali ed etiopi “affogati deliberatamente” da uno scafista, in particolare. Il trafficante avrebbe costretto 120 ragazzi a gettarsi in mare dopo aver avvistato, vicino alla costa, un’imbarcazione dell’autorità marittima (nella foto in alto i corpi senza vita di alcuni migranti in uno dei tantissimi naufragi che ogni anno accadono in Europa come in Africa).
SEPOLTI SOTTO LA SABBIA
Durante un normale giro di controllo, lo staff dell’Oim ha trovato i resti di 29 migranti africani sepolti alla meglio nella sabbia dai sopravvissuti, nella provincia yemenita di Shabwa lungo il golfo di Aden. Gli operatori Onu hanno anche prestato soccorso a 27 ragazzi scampati alla strage che erano rimasti sulla spiaggia, mentre altri superstiti erano fuggiti. I dispersi sarebbero 22. “Erano tutti piuttosto giovani, l’età media era di circa 16 anni“, ha detto la portavoce dell’Oim Olivia Headon che ha definito l’accaduto “scioccante e disumano”.
“CI BUTTAVA IN ACQUA A FORZA…”
Atroce il racconto di chi è riuscito a salvarsi. “I sopravvissuti ci hanno detto di essere stati costretti a buttarsi in acqua, alcuni spinti fisicamente in mare dallo scafista che poi è ripartito per tornare in Somalia e prendere un altro carico di persone da portare nello Yemen seguendo la stessa strada”, ha spiegato Laurent de Boeck, il capo della missione Oim nello Yemen. “La sofferenza dei migranti su questa rotta è enorme. Troppi i giovani pagano i trafficanti con la falsa speranza di un futuro migliore “, ha concluso de Boeck.
LE MIGRAZIONI FRA L’AFRICA E L’ARABIA
Lo stretto braccio di mare tra il Corno d’Africa e lo Yemen è una rotta molto battuta dai trafficanti di uomini, anche se il Paese dal 2015 anni è dilaniato dalla guerra. Una strada che, secondo l’Oim, quest’anno è già stata percorsa da almeno 55 mila persone (un terzo di loro sono donne) provenienti in gran parte da Somalia ed Etiopia, sperando di trovare lavoro nelle ricche “petromonarchie” sunnite del Golfo, dove peraltro sono trattati spesso alla stregua di schiavi.
GLI SBARCHI IN MEZZO ALLA GUERRA
Ma nonostante il conflitto, che vede schierati da una parte una coalizione di Paesi sunniti guidati dall’Arabia Saudita e dall’altra i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran, in Yemen i migranti africani continuano a passare, proprio perché non c’è un’autorità centrale che possa impedire loro di sbarcare e proseguire poi il loro viaggio. Ma proprio a causa della guerra il tragitto diventa sempre più pericoloso e i migranti finiscono spesso nelle mani dei guerriglieri o di banditi senza scrupoli.
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