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La vendetta del fantasma di Gheddafi: la Libia si rivolta contro l’Italia. Ecco perché

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Redazione Velvet News

A sei anni dalla morte del rais libico, il colonnello Gheddafi, scaricato dai paesi europei e abbandonato alla vendetta delle tribù a lui ostili, la Libia è nel disordine totale. Dalla Cirenaica il generale Haftar fa sapere a Roma che le navi italiane inviate in missione saranno bombardate. Il nostro governo minimizza, ma la replica è pesante: “Attenti, non stiamo scherzando”.

Caos Libia. Sembra quasi che il fantasma di Gheddafi cerchi la sua vendetta contro i paesi europei, Italia in primis, a 6 anni dalla morte del rais. E ora, sebbene il governo Gentiloni abbia bollato come “infondate” le minacce di attacchi alle navi italiane in Libia, dall’altra sponda del Mediterraneo tutti confermano l’indiscrezione della tv Al Arabiya arrivata mercoledì 2 agosto. È lo stesso generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica rivale del premier libico ufficiale Sarraj, a ribadire la posizione a lui attribuita.

“SE SCONFINATE ATTACCHEREMO”

“Noi siamo impegnati in prima linea nella lotta contro il terrorismo. Ci stupisce dunque che un Paese amico come l’Italia interferisca tanto indebitamente nelle nostre operazioni”, ha commentato al Corriere della Sera. “Non posso dunque che confermare che qualsiasi nave militare italiana o di qualsiasi altro Paese che entrerà nelle nostre acque senza la nostra autorizzazione sarà bombardata dalle nostre forze”.

COSA FARANNO LE NAVI ITALIANE IN LIBIA

A chiarire come si muoveranno le navi italiane in Libia è stata la ministra della Difesa, Roberta Pinotti. “Le autorità libiche ci hanno richiesto di operare anche nelle loro acque territoriali e nei loro porti, per svolgere le nostre funzioni di supporto” ha detto qualche giorno fa Pinotti, spiegando che il compito assegnato per l’invio di navi italiani sarà quello di “assicurare un sostegno di natura logistica, tecnica e operativa alle unità navali libiche, accompagnandole e sostenendole mediante attività congiunte e coordinate e assicurando il mantenimento o il ripristino dell’efficienza degli equipaggiamenti”. Tutte le attività, inoltre, ha precisato la ministra, “si svolgeranno sulla base delle esigenze formulate dalle autorità libiche e quindi nel più stretto coordinamento e le unità navali impiegate in Libia saranno tratte dal dispositivo nazionale ‘Mare Sicuro’, già operativo nelle acque internazionali”.

Photo credits: Twitter; Facebook

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