Arrestato nella notte Ciro Guarente per l’omicidio di Vincenzo Ruggiero, attivista gay molto conosciuto nella comunità LGBT campana. L’uomo ha confessato agli inquirenti di aver ucciso il ragazzo, di cui si erano perse le tracce a inizio luglio, perché geloso della relazione con la sua compagna transgender.
Un triangolo che si è concluso con l’omicidio di Vincenzo Ruggiero, 25enne attivista gay molto conosciuto nella comunità LGBT campana, scomparso il 7 luglio 2017 da Aversa. Ad ucciderlo Ciro Guarente, 35enne militare della Marina, declassato a dipendete civile. Grazie all’indagine coordinata dalla Procura di Napoli Nord, i Carabinieri di Aversa hanno eseguito un provvedimento di fermo nei confronti dell’ex militare per omicidio e occultamento di cadavere. Dopo 12 ore di interrogatorio Guarente ha confessato il delitto. L’ex militare ha ucciso Vincenzo Ruggiero nella casa della vittima, ad Aversa, durante un litigio nato dalla gelosia per lo stretto rapporto di amicizia tra il 25enne e la sua fidanzata transgender Heven Grimaldi e, in seguito, ha nascosto il corpo.
Sono in corso le ricerche per trovare il cadavere di Vincenzo Ruggiero, gettato, come dichiarato da Ciro Guarente, in mare a Licola. L’ex militare, messo alle strette dopo 12 ore di interrogatorio, ha confessato l’omicidio: “Sì, ho ucciso io Vincenzo, perché mi dava fastidio vederlo a casa della mia compagna, Heven: poi, dopo, ho caricato il cadavere in auto e l’ho gettato in mare a Licola“. Il delitto si è consumato proprio il 7 luglio 2017, quando la madre di Vincenzo aveva denunciato la scomparsa del ragazzo.
Gli inquirenti sono riusciti a risalire a Ciro Guarente grazie alla telecamera di un studio privato, situato di fronte alla casa della vittima. Dalla registrazione si vede il 35enne infilarsi nel portone dell’abitazione della vittima, poi l’arrivo di quest’ultimo. Le stesse telecamere hanno immortalato qualche ora più tardi l’omicida mentre caricava delle valigie nella sua auto e, poco dopo mentre trasportava qualcosa di molto pesante. L’uomo ha atteso l’arrivo di Vincenzo Ruggiero e al suo arrivo i due hanno iniziato a litigare violentemente per gelosia. Dopo una colluttazione l’ex militare ha spintonato con forza il 25enne che è caduto sbattendo la testa contro un mobile appuntito. L’urto, secondo la dichiarazione di Guarente, ha provocato la morte del giovane. A quel punto l’omicida, invece di chiamare i soccorsi, ha inscenato un allontanamento volontario sbarazzandosi del corpo e degli oggetti personali di Vincenzo.
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