Abbiamo intervistato in esclusiva Gaetano Verdura, figlio dell’ex agente di Polizia Salvatore Verdura, la cui morte attualmente è avvolta nel mistero. Il poliziotto è stato trovato morto all’interno di una Citroen Saxo verde di proprietà di una donna, a noi sconosciuta, il 13 gennaio del 2011.
La procura di Crotone ha frettolosamente archiviato il caso come morte naturale, dichiarando che il decesso è avvenuto per un infarto del miocardio. Fin dal primo istante sono state molte le incongruenze tra quanto dichiarato dalla procura e i referti scritti dal medico del 118: come la ferita all’altezza dell’orecchio destro, mai presa in considerazione dal vecchio procuratore che si è occupato del caso. Oggi l’aria è completamente diversa e grazie al nuovo procuratore Gaetano Bono, che intende vederci chiaro, la salma di Salvatore Verdura è stata riesumata e le indagini sono riprese da zero. La famiglia può finalmente credere nella giustizia e sperare che un giorno (ci auguriamo il più presto possibile) venga scoperta la verità sulla morte.
Salvatore Verdura è un uomo che da sempre si è dedicato alla giustizia e, oltre ad aver fatto da scorta al magistrato Giovanni Falcone, nella sua carriera ha protetto anche il Presidente della Regione Sicilia Modesto Sardo. Ci viene quindi naturale chiedere: chi era Salvatore Verdura come padre?
Per me mio padre era come un punto d’appoggio. In casa la sua mancanza si sente, sopratutto per mia sorella più piccola che ora ha 8 anni (alla morte del padre, la sorella di Gaetano, aveva solo 1 anno di vita), purtroppo più di dirle che non c’è più cosa le possiamo dire… Lei continua a cercarlo. Quando c’è la festa del papà a scuola magari fanno qualche tema o qualche lavoro e lei li fa e poi li porta al cimitero: però non è una cosa bella per una bambina crescere senza padre. L’unico ricordo che lei ha sono le chiamate con papà, quando mamma le passava il telefono e lui la chiamava.
Quella sera, prima di morire, suo padre la chiamò al telefono: si ricorda cosa le disse?
Io quella sera mi ero sentito male e sono andato dalla guardia medica. Mio papà quando c’era qualcuno che si sentiva male in famiglia chiamava subito per sapere come stava il parente e così aveva fatto quella sera. Era tardi, circa le 23.15, quando sono rientrato e ci siamo sentiti. Non ricordo di preciso se l’ho chiamato io o mi chiamò lui però ricordo perfettamente che mi disse: “Gaetano non posso parlare perché qua c’è casino. Quando finisce ti richiamo io”. Non mi disse dove si trovava ma io sapevo che era in servizio. Io poi mi sono consultato con mia madre sull’eventualità di richiamarlo, ma entrambi pensammo che magari era meglio di no. Forse però se lo avessi chiamato era meglio.
Come avete saputo che Salvatore era morto? Sono venuti ad informarvi a casa?
Sono venuti qui in paese a cercare mia madre però non sapevano dove abitavamo, così hanno chiesto agli abitanti. Mia mamma quella mattina era uscita per accompagnare uno dei miei fratelli a scuola e con lei mi sono poi recato da mia zia. All’improvviso, mentre eravamo lì, mio zio ci ha chiamati e ha detto a mia madre di tornare a casa. Quando siamo arrivati abbiamo visto mio zio, il medico della Polizia, il parroco e alcuni colleghi di papà. Da quel momento ho subito capito che si trattava di qualcosa di grave. Proprio un collega di papà ad un altro dei miei zii, mentre erano ad una pompa di benzina, gli ha detto che: “È morto Salvatore questa notte”. Dopo un po’ lo stesso collega si è corretto è ha affermato: “No mi sono sbagliato è morto questa mattina”. Questa cosa ci ha fatto pensare e riflettere. Anche il comportamento dei colleghi è stato anomalo. Un mio parente aveva intravisto la ferita sotto l’orecchio destro di papà ma i colleghi non l’hanno mai fatto avvicinare, neanche a mia madre. Ci hanno dato papà già pronto per essere seppellito. Quando gli abbiamo chiesto dell’autopsia loro ci hanno detto che non gliela hanno fatta in rispetto della famiglia. Per me il rispetto di cui loro parlano non c’è stato perché noi ancora non sappiamo la verità sulla morte di papà.
Riguardo all’automobile in cui è stato ritrovato suo padre cosa si sa?
Noi sappiamo che era intestata ad una donna che però non conosciamo. Che poi la cosa strana è che le cose contenute all’interno della macchina le abbiamo noi mentre lei ha quelle di nostro padre. Da quello che so poi la signora non è mai stata interrogata.
Ora il caso è riaperto, come stanno andando le indagini?
Il procuratore Bono ha chiesto la riesumazione della salma di papà, che è avvenuta il 6 dicembre 2016. Ora stiamo aspettando i risultati dell’autopsia. L’unica cosa che sappiamo è che la morte è avvenuta 10 ore prima di quella constata dal 118, segnata per le 7.55 di mattina. Già questa cosa evidenzia le stranezze sulla morte di mio padre. Un’altra cosa che sappiamo è che l’infarto è avvenuto ma non è stato naturale, a provocarlo è stato qualcosa. Il problema sta proprio qua… perché ancora non si sa cosa. Solo dopo il referto del medico legale sapremo la verità sulla morte di papà. Fatto sta che ora si indaga per omicidio volontario grazie al procuratore Gaetano Bono.
In questi anni dalla morte di suo padre, il paese vi ha sostenuto in questa lotta alla verità? Vi hanno aiutato in qualche modo?
No, quando magari esce l’argomento in paese ne parlano però chi sa di più sulla morte di papà continua a tacere. Si pensi che anche il collega di turno quella sera con mio padre non ci ha mai detto nulla. Non ha mai risposto alle nostre perplessità su quella notte. L’unica cosa che disse a mia madre era di non spendere soldi per avvocati e roba di questo genere e usarli invece per noi figli.
Lei che idea si è fatto della morte di suo padre?
Secondo me e secondo la mia famiglia, papà ha visto qualcosa che non doveva vedere ed è stato fatto tacere per sempre. Mio padre era per le cose giuste ed ha sempre fatto rapporto quando accadevano cose anomale o illegali.
Gaetano Verdura, verso la fine della conversazione, ci ha confidato: “Dobbiamo ringraziare l’avvento del procuratore Gaetano Bono: lui ha fatto riaprire le indagini, ha fatto riesumare la salma. Lui stesso mi ha detto ‘Ti prometto che le risposte che state cercando da anni le avrete’. Queste parole mi hanno tranquillizzato”.
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