Continua la lotta dei genitori di Tony Drago, il militare originario di Siracusa trovato morto in una caserma di Roma. Gli esperti hanno accertato che si è trattato di un omicidio ma, dopo tre anni dal delitto, nessuna novità sulle indagini.
Disperata la mamma di Tony Drago, Sara Intranuovo, che dopo tre anni dalla morte del figlio non ha ancora ricevuto giustizia, né un accenno di un passo avanti verso la verità. La misteriosa morte del caporale dell’Esercito originario di Siracusa, in servizio presso il reggimento Lancieri di Montebello, a Roma, è stata inizialmente liquidata come un caso di suicidio e, ancora oggi, continua a non ricevere la meritata attenzione. “Sono ormai tre anni che combatto per conoscere la verità sulla morte di mio figlio e proprio adesso che credevo di esserci vicina, la Procura mi fa sapere di avere altre priorità”, queste le parole rivelate dalla madre del 28enne al settimanale Giallo, con il quale, sfogandosi, afferma di non volersi arrendere.
La madre di Tony Drago, ricordando quanto successo dopo il ritrovamento del corpo del figlio, il 6 luglio 2014, nel piazzale della caserma dove prestava servizio, afferma: “Se non fossi arrivata fin qui, la morte di mio figlio sarebbe stata archiviata come suicidio”. La prima versione ufficiale parlava infatti di suicidio. L’esercito diffuse la notizia che il militare si fosse lanciato nel vuoto a causa di una delusione amorosa. Una versione che non ha mai convinto i genitori del giovane, che da sempre hanno combattuto per la verità. Recentemente, la dura lotta aveva raccolto importanti risultati: le indagini erano state riaperte e, grazie alle perizie eseguite dai consulenti dei giudici, si è potuto stabilire che Tony non è morto gettandosi dalla finestra della Palazzina numero 24. La verità è che il soldato è stato selvaggiamente picchiato e poi ucciso con una badilata alla testa. Nonostante ciò, le indagini sono ferme e gli assassini di Tony Drago sono ancora impuniti.
La Procura ordinaria e quella militare hanno aperto un’inchiesta per omicidio volontario, malgrado ciò non vi sono ulteriori novità, in quanto la Procura ha dichiarato alla famiglia di avere altre priorità. L’avvocato Dario Riccioli, legale della famiglia Drago, ha dichiarato al settimanale Giallo, che fin dall’inizio vi è stato un palese tentativo di depistare le indagini. L’unica ricostruzione compatibile con le multilesività riscontrate sul cadavere, stando agli stessi esperti convocati dalle procure, è di natura omicidiaria. Per il legale della famiglia del militare il movente è da ricercare in un atto di nonnismo: “Il giorno prima di morire, lo stesso Drago aveva esortato un amico più anziano intervenire con i vertici della caserma. Tony voleva essere trasferito, voleva andarsene”. L’avvocato, visto il non avanzamento dell’inchiesta, ha presentato richiesta di avocazione (passare le indagini ad un altro ufficio di grado superiore). Otto i militari indagati per omicidio colposo, ma la Procura Militare e quella ordinaria, dopo le perizie, hanno aperto anche un’altra indagine a carico di ignoti, sempre per omicidio volontario. Perché aprire un’altra indagine verso ignoti? Questa la domanda che si pone il legale Riccioli, che non si capacita di come non siano stati indagati e processati coloro che avevano l’obbligo di evitare la tragedia.
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