Affetto da sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, che atrofizza progressivamente i muscoli, a cui si è aggiunta una encefalopatia, Charlie, 11 mesi, è oggi sordo, cieco e tenuto in vita tramite respirazione artificiale. I genitori hanno lottato strenuamente contro gli stessi medici dell’ospedale Great Ormond Street di Londra che volevano già da tempo “staccare la spina” al piccolo. Ma oggi si arrendono. “È stato perso troppo tempo – accusano – per potergli assicurare cure alternative. Lo lasceremo andare fra gli angeli”.
Dopo una battaglia legale disperata durata mesi per la sopravvivenza del figlio, Chris Gard e Constance Yates Gard, il papà e la mamma trentenni del piccolo Charlie Gard, 11 mesi, affetto da una rarissima patologia genetica, il cui caso ha commosso il mondo, hanno ritirato la richiesta all’Alta Corte di Londra di poter trasferire il bambino negli Stati Uniti perché venga curato con una nuova terapia sperimentale. “Non c’è più tempo“, hanno detto tra le lacrime, lunedì 24 luglio nel corso dell’udienza a Londra, davanti al giudice Nicholas Francis, chiamato a riesaminare il caso.
I genitori di Charlie “ora devono affrontare la realtà, cioè che è nel migliore interesse di Charlie morire. Confermo il mio verdetto di aprile” è stata la dichiarazione di “Mr. Justice” Nicholas Francis. In un lungo messaggio attribuito a Chris e Connie Gard, e pubblicato nel pomeriggio del 24 luglio sulla pagina Facebook Charlie Gard #charliesfight, i genitori del piccolo sostengono quanto segue, come evidenziamo nella foto della prima pagina del documento sopracitato al 4° capoverso:
“Siamo profondamente devastati (…) come genitori devoti e innamorati abbiamo deciso che non è più nel miglior interesse di Charlie proseguire nelle terapie e lo lasceremo andare e stare con gli angeli”
Si tratta di parole inequivocabili. Adesso il destino del piccolo appare segnato. Non si sa se arriverà a compiere un anno, il prossimo 4 agosto. Molto probabilmente questo non accadrà. Secondo Chris Gard troppo tempo è stato perso nelle aule di tribunale per cercare cure sperimentali, che avrebbero potuto avere successo se effettuate prima, cpome i genitori avevano chiesto. “Non vivrà fino al suo primo compleanno“, che è tra due settimane, ha aggiunto il papà di Charlie in lacrime davanti all’Alta Corte. “Volevamo solo dargli una chance di vivere” ha detto la mamma del piccolo.
Grant Armstrong, legale dei coniugi Gard, ha reso noto che il danno ai muscoli e ai tessuti del bambino è irreversibile. “Le peggiori paure dei genitori sono state confermate – ha detto -. Adesso è troppo tardi per curare Charlie”. A confermare i genitori in questa convinzione sarebbe stato un incontro con il medico statunitense dott. Hirano, che avrebbe dovuto effettuare la cura sperimentale tanto agognata da Chris e Connie Gard, ma che invece avrebbe sostenuto che oramai la cura sarebbe inutile. Per garantire una chance di nuova terapia a Charlie si erano mossi Papa Francesco, che aveva fatto intervenire in maniera ufficiale l’ospedale Bambino Gesù, il pediatrico del Vaticano a Roma, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. A Charlie era stata direttamente assegnata la cittadinanza statunitense per facilitarne il trasferimento.
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