Omicidio Yara: scontro violento tra avvocati per la foto satellitare shock

Nel corso dell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la foto satellitare, mostrata dalla difesa di Massimo Bossetti, ha scatenato l’ira dell’accusa: ecco l’immagine dello scandalo mostrata dal settimanale Giallo.

Nell’ultima udienza del ricorso in Appello a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, l’attenzione della difesa del muratore di Mapello si è soffermata sulla foto satellitare che, stando a quanto sostenuto dai legali dell’uomo, mostrerebbe come il corpo della tredicenne di Brembate di Sopra sia stato portato in un secondo momento sul luogo del ritrovamento. Un’affermazione che ha fatto letteralmente esplodere l’accusa. L’avvocato della famiglia Gambirasio, Adrea Pezzotta, ha sostenuto nel corso dell’udienza: “Quella foto è tarocchissima, siamo ben oltre il limite e mi riservo un esposto”.

La redazione del settimanale Giallo ha lavorato proprio sulla foto satellitare in questione, per capire quale delle due parti (difesa e accusa) abbia ragione. La giornalista Albina Perri, che si è occupata dell’immagine satellitare, spiega: “Ho schiarito e contrastato con photoshop la foto satellitare che si trova sul sito Macchianera.net. Guardando dentro il cerchio che viene indicato come il punto di ritrovamento del cadavere di Yara, si notano alcuni punti scuri. La posizione è esattamente quella che aveva il corpo della ragazzina quando venne ritrovato: testa verso la provinciale 160, piedi verso la sterrata, continuazione di via Badeschi (allego documento ufficiale e allego anche il disegno di come venne ritrovato il corpo). Inoltre, se si fa il confronto proprio con la strada sterrata sulla sinistra, larga circa tre metri, si vedrà come questi punti più scuri sono lunghi più o meno la metà. E Yara era alta proprio 1 metro e 50. È dunque altamente probabile che Yara sia proprio quei pochi pixel neri. La definizione della foto non consente di dire altro. Ma non consente nemmeno di dire che Yara non ci sia”.

Stando quindi all’analisi della giornalista del settimanale Giallo, la tesi della difesa dei due difensori di Massimo Bossetti, secondo la quale la foto dimostrerebbe come il corpo di Yara Gambirasio non sia rimasto nel campo di Chignolo per tre mesi, ma fu trasportato solo in un momento successivo al delitto, non è quindi riscontrabile dall’immagine satellitare. Per Albina Perri quindi, volendo essere pessimisti, la foto tanto decantata in aula dai legali del muratore non dimostrerebbe nulla.

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